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Partorire ai tempi del Covid-19 non è quello che ogni donna immaginava. Ciò nonostante, sono ormai quasi centomila i bambini venuti alla luce durante la pandemia. Tra tante accortezze, seppur non in tutti gli ospedali, si è quasi sempre cercato di garantire il contatto pelle a pelle. La procedura, nota anche come «Kangaroo Mother Care» (di cui oggi si celebra la giornata mondiale), contribuisce all’adattamento del neonato alla vita extrauterina e apporta numerosi benefici, in particolare ai prematuri. E, secondo gli esperti, deve essere garantita anche ai tempi del Covid. «La presenza dei genitori nei reparti di terapia intensiva neonatale è vitale per i neonati prematuri e deve essere garantita anche durante questa emergenza», afferma Fabio Mosca, direttore dell’unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

L'importanza del contatto pelle a pelle

La pratica consiste nel mettere il piccolo, nudo, sul seno della mamma o sul petto del papà, a diretto contatto con la pelle. Un semplice gesto che ha molti vantaggi: garantisce la regolazione della temperatura e del respiro, migliora il suo livello di ossigenazione e ha un'influenza positiva sul suo sviluppo neurologico. Inoltre, questo crea un legame intenso che ha un impatto fortissimo sul piano psicologico di madre, padre e neonato. L’attuale emergenza sanitaria, con le relative restrizioni, ha posto una sfida cruciale anche su questo tema. Le necessarie disposizioni per la prevenzione ed il controllo dell’epidemia continuano a limitare alcune abitudini anche all’interno delle terapie intensive neonatali. Secondo un’indagine svolta dalla Società Italiana di Neonatologia in 27 unità di ospedali del Centro-Nord, ha evidenziato che all’inizio le possibilità che i genitori hanno avuto di accedere in reparto sono state minime. Alcuni centri avevano vietato del tutto l’accesso. Altre lo avevano fortemente disincentivato. E in quasi la metà degli ospedali era stata sospesa la «Kangaroo Mother Care». Dopo, a seguito delle nuove indicazioni diffuse dalla Società Italiana di Neonatologia, le limitazioni sono state in larga parte smussate. E i genitori, seppur non come prima (quasi ovunque sono impedite le visite in reparto dopo la nascita), si sono riavvicinati a vivere il momento del parto in condizioni di normalità.

Contatto pelle a pelle ai tempi del Covid-19

I benefici del contatto pelle a pelle sono stati riportati anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che considera la procedura un vero e proprio intervento terapeutico: sia per il neonato (a maggior ragione se prematuro) sia per i suoi genitori. La separazione precoce dal genitore rappresenta uno stress per il bambino, con effetti a breve e a lungo termine. La pratica della «Kangaroo Mother Care», dunque, continua a essere una priorità dell’assistenza al neonato, anche durante la pandemia.

Con alcune accortezze: dall’uso della mascherina alla corretta igiene delle mani, partendo anzitutto dal controllo delle condizioni di salute dei genitori. «La connessione fisica ed emozionale che si attua attraverso gli sguardi, i sorrisi, la voce e il contatto fisico svolge una funzione di modulazione dello stress e di promozione delle competenze di regolazione del bambino - aggiunge Mosca, che presiede la Società Italiana di Neonatologia -. Il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno sono essenziali per promuovere un sano sviluppo neuro-comportamentale».

Twitter @fabioditodaro

Partorire ai tempi del Covid-19 non è quello che ogni donna immaginava. Ciò nonostante, sono ormai quasi centomila i bambini venuti alla luce durante la pandemia. Tra tante accortezze, seppur non in tutti gli ospedali, si è quasi sempre cercato di garantire il contatto pelle a pelle. La procedura, nota anche come «Kangaroo Mother Care» (di cui oggi si celebra la giornata mondiale), contribuisce all’adattamento del neonato alla vita extrauterina e apporta numerosi benefici, in particolare ai prematuri. E, secondo gli esperti, deve essere garantita anche ai tempi del Covid. «La presenza dei genitori nei reparti di terapia intensiva neonatale è vitale per i neonati prematuri e deve essere garantita anche durante questa emergenza», afferma Fabio Mosca, direttore dell’unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

L'importanza del contatto pelle a pelle

La pratica consiste nel mettere il piccolo, nudo, sul seno della mamma o sul petto del papà, a diretto contatto con la pelle. Un semplice gesto che ha molti vantaggi: garantisce la regolazione della temperatura e del respiro, migliora il suo livello di ossigenazione e ha un'influenza positiva sul suo sviluppo neurologico. Inoltre, questo crea un legame intenso che ha un impatto fortissimo sul piano psicologico di madre, padre e neonato. L’attuale emergenza sanitaria, con le relative restrizioni, ha posto una sfida cruciale anche su questo tema. Le necessarie disposizioni per la prevenzione ed il controllo dell’epidemia continuano a limitare alcune abitudini anche all’interno delle terapie intensive neonatali. Secondo un’indagine svolta dalla Società Italiana di Neonatologia in 27 unità di ospedali del Centro-Nord, ha evidenziato che all’inizio le possibilità che i genitori hanno avuto di accedere in reparto sono state minime. Alcuni centri avevano vietato del tutto l’accesso. Altre lo avevano fortemente disincentivato. E in quasi la metà degli ospedali era stata sospesa la «Kangaroo Mother Care». Dopo, a seguito delle nuove indicazioni diffuse dalla Società Italiana di Neonatologia, le limitazioni sono state in larga parte smussate. E i genitori, seppur non come prima (quasi ovunque sono impedite le visite in reparto dopo la nascita), si sono riavvicinati a vivere il momento del parto in condizioni di normalità.

Contatto pelle a pelle ai tempi del Covid-19

I benefici del contatto pelle a pelle sono stati riportati anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che considera la procedura un vero e proprio intervento terapeutico: sia per il neonato (a maggior ragione se prematuro) sia per i suoi genitori. La separazione precoce dal genitore rappresenta uno stress per il bambino, con effetti a breve e a lungo termine. La pratica della «Kangaroo Mother Care», dunque, continua a essere una priorità dell’assistenza al neonato, anche durante la pandemia.

Con alcune accortezze: dall’uso della mascherina alla corretta igiene delle mani, partendo anzitutto dal controllo delle condizioni di salute dei genitori. «La connessione fisica ed emozionale che si attua attraverso gli sguardi, i sorrisi, la voce e il contatto fisico svolge una funzione di modulazione dello stress e di promozione delle competenze di regolazione del bambino - aggiunge Mosca, che presiede la Società Italiana di Neonatologia -. Il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno sono essenziali per promuovere un sano sviluppo neuro-comportamentale».

Twitter @fabioditodaro