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Elevati livelli di zucchero nel sangue rischiano di compromettere l’efficacia di alcune terapie utilizzate nella cura del tumore al seno. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio tutto italiano presentato in questi giorni a Lisbona all’EASD, uno dei più importanti congressi mondiali dedicati alla lotta al diabete. A realizzarlo, grazie al contributo della Società Italiana di Diabetologia (SID), è stata la dottoressa Maria Rosaria Ambrosio del CNR presso l’Università Federico II di Napoli.

Nella cura del tumore al seno una delle molecole più utilizzate è il tamoxifene, un farmaco anti-ormonale (inibitore selettivo del recettore per gli estrogeni) utilizzato nel trattamento di alcune forme di questa neoplasia come quelle con recettori positivi per gli estrogeni. La molecola in questione agisce bloccando l’azione di questi ormoni che in alcuni tipi di cancro sono necessari alla crescita della neoplasia. Utilizzato come trattamento nel tumore della mammella può essere somministrato per anni, dopo l’asportazione del cancro, per diminuire il rischio che la malattia si ripresenti.

Il tamoxifene, pur funzionando in maniera ottimale, in alcuni casi può non essere così efficace. La ragione, secondo lo studio italiano, è degli elevati livelli di zucchero nel sangue. La ricerca – effettuata in vitro - ha mostrato infatti che l’eccesso di glucosio, promuove la secrezione da parte del tessuto adiposo di una particolare molecola chiamata interleuchina-8. Questa, modulando una serie di fattori presenti sulle cellule tumorali, è in grado di ridurre in maniera significativa la risposta al tamoxifene.

Il risultato ottenuto dagli scienziati italiani conferma ancora una volta la stretta relazione tra diabete e tumori. Il diabete di tipo 2 infatti aumenta del 20 per cento il rischio di ammalarsi di tumore della mammella e, viceversa, il 16-20 per cento delle donne affette da carcinoma mammario presenta anche diabete o alterata tolleranza al glucosio. Una serie di studi ha inoltre dimostrato che le persone affette da diabete presentano forme tumorali più aggressive e questo comporta un aumento della mortalità correlata al tumore, attraverso vari meccanismi. L’iperglicemia associata al diabete peggiora la risposta dei farmaci utilizzati nel trattamento dei tumore della mammella sia agendo direttamente sulle cellule tumorali, che alterando il cosiddetto microambiente del tumore.

«Si tratta di una ricerca importante con promettenti ricadute cliniche per le donne diabetiche affette da tumore della mammella – commenta il professor Giorgio Sesti, presidente della SID – L’avanzamento delle conoscenze in questo campo potrebbe consentire in futuro di ottenere una maggiore risposta ai farmaci anti-tumorali. Sono particolarmente lieto che tali ricerche possano essere presentate in un importante congresso internazionale da una giovane ricercatrice sostenuta dalla SID».

@danielebanfi83

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