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Oggi “cancellare” i segni della psoriasi non è più una missione impossibile. Complice lo sviluppo dei farmaci biologici, capaci di agire sul meccanismo alla base della malattia, anche le persone colpite da una forma moderata-grave di psoriasi possono essere trattate con successo. Tante negli ultimi anni le molecole “sbarcate” sul mercato: farmaci sempre più sicuri e con meno effetti collaterali come dimostrato in uno studio da poco presentato alla Society for Investigative Dermatology e contemporaneamente pubblicato su Jama Dermatology.

Che cos’è la psoriasi?

La psoriasi è una malattia autoimmune, infiammatoria e cronica della pelle che nel mondo colpisce circa 125 milioni di individui. La gran parte dei pazienti soffre di psoriasi a placche, la forma più comune che si manifesta con chiazze arrossate, ispessimento e desquamazione delle zone colpite con prurito a volte molto intenso. In Italia sono circa 2 milioni le persone che vivono con malattia, di queste più del 10% ha una psoriasi moderata-grave.

Come si interviene?

Mentre nei casi più semplici è possibile intervenire in maniera relativamente semplice, quella moderata-grave non è possibile sempre intervenire utilizzando creme o terapie sistemiche classiche. Obbiettivo principale delle cure è lo “spegnimento” dell’eccessiva infiammazione. Fortunatamente negli ultimi anni lo sviluppo di farmaci biologici ha consentito di rivoluzionare il trattamento della psoriasi. Alla base del loro successo ci è la capacità di bloccare i recettori per le interleuchine, molecole infiammatorie i cui livelli sono particolarmente elevati in chi soffre di psoriasi.

Farmaci approvati, una lunga lista

L’ultimo trattamento ad arrivare in Italia, approvato nelle scorse settimane da AIFA, è brodalumab. I risultati emersi dall’analisi dei dati degli studi AMAGINE-2 e AMAGINE-3 -che hanno portato all’approvazione del trattamento- mostrano che dopo 52 settimane di trattamento il 51% dei pazienti riesce ad ottenere una pelle libera da lesioni; efficacia che si mantiene fino a 120 settimane, quando più della metà dei pazienti mantiene una cute completamente pulita e più di tre quarti una cute quasi completamente pulita. Un risultato dunque costante nel tempo, che contribuisce decisamente a migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Ma l’anticorpo in questione è solo l’ultimo di una lunga lista di terapie oggi disponibili nel trattamento della psoriasi. Ma le novità non finiscono qui perché questo “arsenale” nel tempo continuerà ad ampliarsi. La commissione europea lo scorso anno ha dato il via libera alla commercializzazione di tildrakizumab, un anticorpo capace di agire sul recettore dell’interleuchina-23. Stesso target per risankizumab, approvato sempre dalla commissione europea ad inizio maggio.

No al “fai da te”

Terapie innovative che non devono però far dimenticare che il rischio del “fai da te” è sempre dietro l’angolo, soprattutto quando si tratta di rimedi per lenire il fastidio e il dolore sulla cute. Uno studio pubblicato nelle scorse settimane dal Journal of Medical Internet Research ha mostrato che molti dei video sul web realizzati per dare consigli a chi soffre di psoriasi contengono informazioni non sempre appropriate. La maggior parte dei video infatti affrontava la malattia in modo aneddotico e personale, non scientifico oppure conteneva informazioni commerciali. Da qui un invito degli autori della ricerca ad un maggiore impegno sui social media da parte delle società scientifiche di dermatologi e delle associazioni di pazienti.

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