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Con il termine diverticolo si intende una estroflessione della parete del colon a forma di piccolo sacchetto. Se questi sacchetti sono numerosi si parla di diverticolosi del colon. Tale condizione nella maggioranza dei casi è del tutto asintomatica, anche se a volte può indurre fastidi come gonfiore e dolore addominale, flatulenze, cambiamenti nella regolarità intestinale. Può indurre cioè una sintomatologia simile a quella del colon irritabile. Più raramente, la diverticolosi può complicarsi con infiammazione, oppure presentarsi con sanguinamento/emorragia intestinale.

Malattia più frequente con l’avanzare dell’età

«La diverticolosi nel colon aumenta con l’età, è presente nel 20% dei quarantenni e nel 60% dei sessantenni. Nei Paesi Occidentali si presenta nella parte sinistra del colon soprattutto nella porzione chiamata sigma, invece nei Paesi Orientali è meno frequente e si presenta soprattutto nelle porzioni di destra del colon» chiarisce Omero Triossi direttore della UOC di Gastroenterologia e Dietetica Clinica della Ausl di Romagna, responsabile dello Screening dei tumori del colon-retto nell’area di Ravenna e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (AIGO).

Fattori di rischio per lo sviluppo della condizione

Lo sviluppo di diverticoli risponde ad alcuni fattori di rischio come spiega ancora il dottor Triossi: «L’obesità aumenta il rischio di diverticolite complicata così come l’assunzione di farmaci antinfiammatori o cortisonici; invece l’assunzione di statine (farmaci utilizzati per ridurre il valore del colesterolo nel sangue) sembra che ne riduca la comparsa. Non è controindicata la somministrazione di acido acetilsalicilico in chi è portatore di diverticolosi e neanche in chi ha già presentato diverticolite acuta.

I diverticoli si formano nei punti nei quali la parete del colon è meno robusta, si tratta di quelle zone dove la parete è attraversata dai vasi sanguigni (arterie) che nutrono la parete stessa del colon; se questi vasi sanguigni vengono lesionati si manifesta una emorragia, cioè compare sangue frammisto alle feci oppure, nei casi più gravi, sangue rosso dall’ano (rettorragia) in quantità variabile; se invece nei diverticoli si forma una piccola fessura (micro perforazione) compaiono febbre, dolore addominale spontaneo che aumenta in caso di pressione addominale con la mano e a volte anche rettorragia».

Il dottor Triossi chiarisce anche le caratteristiche del dolore associato alla condizione: «Il dolore è presente nella parte bassa sinistra della pancia dove si trova il sigma; per queste sue caratteristiche di febbre e dolore addominale la diverticolite è anche conosciuta come “appendicite a sinistra” perché si manifesta con gli stessi sintomi dell’infiammazione acuta dell’appendice (appendicite) che invece si trova nella parte bassa destra dell’addome. La rettorragia, anche se in piccola quantità e se scompare rapidamente in una giornata, va sempre riferita al proprio medico curante, perché in molti casi richiede l’esecuzione di esami di approfondimento per capirne l’origine fra cui la colonscopia; nelle forme più severe richiede un rapido ricovero in ospedale, dove, nella maggioranza dei casi, l’emorragia viene curata senza necessità di intervento chirurgico».

Diverticolite: come si cura

Talvolta per questo disturbo è sufficiente una terapia domiciliare, ma è una malattia che va sempre riferita al proprio medico di medicina generale poiché come spiega ancora l’esperto: «Spesso richiede di recarsi al pronto soccorso. La diverticolite acuta è tra le prime 5 cause di ricovero nei reparti di gastroenterologia e quasi sempre richiede un trattamento antibiotico. Raramente richiede un intervento chirurgico urgente. Nella maggioranza dei pazienti, 6-8 settimane dopo l’episodio di diverticolite acuta, è opportuna l’esecuzione di una colonscopia per confermare la diagnosi e guidare i successivi trattamenti; ma questo esame va discusso con lo specialista gastroenterologo. In alcuni pazienti gli episodi di diverticolite acuta possono ripresentarsi anche più volte e dare origine a una deformazione del sigma che può portare ad episodi di occlusione intestinale; in questi pazienti è indicata la valutazione chirurgica per asportare il tratto di sigma deformato dalle ripetute diverticoliti».

Trattamento farmacologico

Quando non ci sono complicanze di sorta e non serve ricorrere all’intervento chirurgico prevenire il riacutizzarsi della condizione dipende solo da interventi dietetici e sullo stile di vita come aiuta a chiarire il dottor Triossi: «Non ci sono evidenze sufficienti che l’uso di mesalazina (un antinfiammatorio intestinale) riduca la probabilità di un nuovo episodio di diverticolite acuta; stesso discorso per la rifaximina (antibiotico e disinfettante intestinale). Nella pratica clinica spesso questi farmaci vengono prescritti a dosi, durata e cicli variabili, ma non esiste alcuna solida prova della loro efficacia, per questo le principali linee guida internazionali non ne raccomandano l’utilizzo. L’uso dei farmaci antinfiammatori rappresenta un fattore di rischio per diverticolite acuta, ma non è controindicata la somministrazione di acido acetilsalicilico in chi è portatore di diverticolosi e neanche in chi ha già presentato diverticolite acuta.

In un paziente con storia di diverticolite acuta è da valutare con grande attenzione l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori escluso l’acido acetilsalicilico. Grande incertezza, infine, esiste attualmente sull’efficacia dei cosiddetti probiotici, simbiotici, “fermenti lattici” nel prevenire la diverticolite per cui il loro uso è attualmente non raccomandato».

Dieta e attività fisica

Una dieta ricca di frutta, verdura e cibi integrali, riduce il rischio di sviluppare diverticolosi con sintomi, al contrario una dieta ricca di grassi e carne rossa aumenta il rischio di sviluppare diverticolosi sintomatica. Sembra che anche l’attività fisica se intensa e regolare, riduca il rischio di diverticolosi complicata. Non c’è alcuna associazione fra comparsa di diverticolite o sanguinamento e dieta con noci, nocciole, granoturco, popcorn e frutta con semi come uva o kiwi. I pazienti con pregressa diverticolite acuta, per prevenire recidive dovrebbero eseguire attività fisica regolare, come camminare tre volte alla settimana per 40-45 a passo veloce. In questo senso conclude il dottor Triossi:« è bene aumentare l’apporto di frutta, verdura, cibi integrali ed acqua; aumentare lentamente la quantità di questi alimenti nella propria dieta perché altrimenti possono determinare gonfiore e fastidio addominale. in caso di sovrappeso od obesità ridurre gradualmente il proprio peso sempre sotto controllo medico».

Con il termine diverticolo si intende una estroflessione della parete del colon a forma di piccolo sacchetto. Se questi sacchetti sono numerosi si parla di diverticolosi del colon. Tale condizione nella maggioranza dei casi è del tutto asintomatica, anche se a volte può indurre fastidi come gonfiore e dolore addominale, flatulenze, cambiamenti nella regolarità intestinale. Può indurre cioè una sintomatologia simile a quella del colon irritabile. Più raramente, la diverticolosi può complicarsi con infiammazione, oppure presentarsi con sanguinamento/emorragia intestinale.

Malattia più frequente con l’avanzare dell’età

«La diverticolosi nel colon aumenta con l’età, è presente nel 20% dei quarantenni e nel 60% dei sessantenni. Nei Paesi Occidentali si presenta nella parte sinistra del colon soprattutto nella porzione chiamata sigma, invece nei Paesi Orientali è meno frequente e si presenta soprattutto nelle porzioni di destra del colon» chiarisce Omero Triossi direttore della UOC di Gastroenterologia e Dietetica Clinica della Ausl di Romagna, responsabile dello Screening dei tumori del colon-retto nell’area di Ravenna e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (AIGO).

Fattori di rischio per lo sviluppo della condizione

Lo sviluppo di diverticoli risponde ad alcuni fattori di rischio come spiega ancora il dottor Triossi: «L’obesità aumenta il rischio di diverticolite complicata così come l’assunzione di farmaci antinfiammatori o cortisonici; invece l’assunzione di statine (farmaci utilizzati per ridurre il valore del colesterolo nel sangue) sembra che ne riduca la comparsa. Non è controindicata la somministrazione di acido acetilsalicilico in chi è portatore di diverticolosi e neanche in chi ha già presentato diverticolite acuta.

I diverticoli si formano nei punti nei quali la parete del colon è meno robusta, si tratta di quelle zone dove la parete è attraversata dai vasi sanguigni (arterie) che nutrono la parete stessa del colon; se questi vasi sanguigni vengono lesionati si manifesta una emorragia, cioè compare sangue frammisto alle feci oppure, nei casi più gravi, sangue rosso dall’ano (rettorragia) in quantità variabile; se invece nei diverticoli si forma una piccola fessura (micro perforazione) compaiono febbre, dolore addominale spontaneo che aumenta in caso di pressione addominale con la mano e a volte anche rettorragia».

Il dottor Triossi chiarisce anche le caratteristiche del dolore associato alla condizione: «Il dolore è presente nella parte bassa sinistra della pancia dove si trova il sigma; per queste sue caratteristiche di febbre e dolore addominale la diverticolite è anche conosciuta come “appendicite a sinistra” perché si manifesta con gli stessi sintomi dell’infiammazione acuta dell’appendice (appendicite) che invece si trova nella parte bassa destra dell’addome. La rettorragia, anche se in piccola quantità e se scompare rapidamente in una giornata, va sempre riferita al proprio medico curante, perché in molti casi richiede l’esecuzione di esami di approfondimento per capirne l’origine fra cui la colonscopia; nelle forme più severe richiede un rapido ricovero in ospedale, dove, nella maggioranza dei casi, l’emorragia viene curata senza necessità di intervento chirurgico».

Diverticolite: come si cura

Talvolta per questo disturbo è sufficiente una terapia domiciliare, ma è una malattia che va sempre riferita al proprio medico di medicina generale poiché come spiega ancora l’esperto: «Spesso richiede di recarsi al pronto soccorso. La diverticolite acuta è tra le prime 5 cause di ricovero nei reparti di gastroenterologia e quasi sempre richiede un trattamento antibiotico. Raramente richiede un intervento chirurgico urgente. Nella maggioranza dei pazienti, 6-8 settimane dopo l’episodio di diverticolite acuta, è opportuna l’esecuzione di una colonscopia per confermare la diagnosi e guidare i successivi trattamenti; ma questo esame va discusso con lo specialista gastroenterologo. In alcuni pazienti gli episodi di diverticolite acuta possono ripresentarsi anche più volte e dare origine a una deformazione del sigma che può portare ad episodi di occlusione intestinale; in questi pazienti è indicata la valutazione chirurgica per asportare il tratto di sigma deformato dalle ripetute diverticoliti».

Trattamento farmacologico

Quando non ci sono complicanze di sorta e non serve ricorrere all’intervento chirurgico prevenire il riacutizzarsi della condizione dipende solo da interventi dietetici e sullo stile di vita come aiuta a chiarire il dottor Triossi: «Non ci sono evidenze sufficienti che l’uso di mesalazina (un antinfiammatorio intestinale) riduca la probabilità di un nuovo episodio di diverticolite acuta; stesso discorso per la rifaximina (antibiotico e disinfettante intestinale). Nella pratica clinica spesso questi farmaci vengono prescritti a dosi, durata e cicli variabili, ma non esiste alcuna solida prova della loro efficacia, per questo le principali linee guida internazionali non ne raccomandano l’utilizzo. L’uso dei farmaci antinfiammatori rappresenta un fattore di rischio per diverticolite acuta, ma non è controindicata la somministrazione di acido acetilsalicilico in chi è portatore di diverticolosi e neanche in chi ha già presentato diverticolite acuta.

In un paziente con storia di diverticolite acuta è da valutare con grande attenzione l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori escluso l’acido acetilsalicilico. Grande incertezza, infine, esiste attualmente sull’efficacia dei cosiddetti probiotici, simbiotici, “fermenti lattici” nel prevenire la diverticolite per cui il loro uso è attualmente non raccomandato».

Dieta e attività fisica

Una dieta ricca di frutta, verdura e cibi integrali, riduce il rischio di sviluppare diverticolosi con sintomi, al contrario una dieta ricca di grassi e carne rossa aumenta il rischio di sviluppare diverticolosi sintomatica. Sembra che anche l’attività fisica se intensa e regolare, riduca il rischio di diverticolosi complicata. Non c’è alcuna associazione fra comparsa di diverticolite o sanguinamento e dieta con noci, nocciole, granoturco, popcorn e frutta con semi come uva o kiwi. I pazienti con pregressa diverticolite acuta, per prevenire recidive dovrebbero eseguire attività fisica regolare, come camminare tre volte alla settimana per 40-45 a passo veloce. In questo senso conclude il dottor Triossi:« è bene aumentare l’apporto di frutta, verdura, cibi integrali ed acqua; aumentare lentamente la quantità di questi alimenti nella propria dieta perché altrimenti possono determinare gonfiore e fastidio addominale. in caso di sovrappeso od obesità ridurre gradualmente il proprio peso sempre sotto controllo medico».