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alta-quota-bambiniCon l'arrivo delle vacanze natalizzie, molti genitori si chiedono se i loro piccoli abbiano problemi ad affrontare l'alta quota delle montagne. Come comportarsi? Esistono problemi di alta quota per i neonati? La letteratura scientifica non ha molti dati specifici relativi a questo tipo di condizione, tuttavia ne esistono  per persone adulte che in alcuni casi possono riproporsi nei nostri piccoli. Il mal acuto di montagna è un disturbo determinato dalla rapida ascesa ad alta quota, al di sopra dei 2500 metri, che si presenta negli adulti con sintomi quali: nausea, vomito, cefalea, debolezza, inappetenza, disturbi del sonno. Altre condizioni patologiche che possono emergere, sempre negli adulti, sono l'edema cerebrale o l'edema polmonare, anche in questo caso i sintomi sono molto eloquenti, nel caso dell'edema cerebrale avremo: allucinazioni, confusione mentale, andamento irregolare, sino ad arrivare a segni neurologici focali e coma; nel caso dell'edema polmonare avremo: difficoltà respiratoria, tachicardia, emottisi, tachipnea.

I dati relativi ad i neonati come precedentemente ricordato sono pochi, questo anche per il numero irrisorio di neonati portati in alta quota (tra 1800 e 2500 metri). Sicuramente alcune condizioni patologiche pre-esistenti possono agevolare il mal di montagna e l'edema; come nel caso di patologie cardiache, patologie cardiovascolari o patologie polmonari (tipo fibrosi cistica).

Dai pochi dati raccolti l'incidenza dell'edema polmonare è presente in uguale misura sia nei bambini residenti a bassa quota che in alta quota; anche se per alcuni studiosi le possibilità dello scaturirsi di edema polmonare è maggiore per i bambini che risiedono in alta quota e sono di rientro da un soggiorno avvenuto a livello del mare rispetto agli adulti.
Ovviamente il punto di riferimento rimane il nostro pediatra, ma i pareri molto spesso sono contrastanti.
Per i neonati fino all'anno di età sarebbe opportuno non superare i 1500 metri di altezza, se si dovesse per forza di cosa arrivare a quella altitudine è bene farlo molto lentamente, magari facendo delle tappe.
In caso di soggiorno prolungato il neonato va seguito con molta attenzione, seguendo la sua crescita ed il tipo di sonno; controllando il polso mentre dorme, nei casi in cui si abbiano dubbi su sintomi da mal di montagna sarebbe utile un elettrocardiogramma.
Esistono casi estremi in cui neonati sono stati portati anche a 6000 metri di altitudine come riferisce il pediatra inglese Pollard nel 1998.