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andrea fini infermieri opiteramoI primi due casi italiani della pandemia sono stati confermati il 30 gennaio 2020, quando due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma, da quel momento in poi il nostro paese si è trovato a fronteggiare un'emergenza sanitaria in cui non si avevano armi, non si avevano certezze ma gli infermieri non hanno esitato un secondo nel compiere il proprio dovere verso la collettività.

 Dopo avere attraversato diverse fasi di questa terribile pandemia fatta di paura, impegno, coraggio, competenza, professionalità, spirito di sacrificio ci ritroviamo stanchi, sfiniti fisicamente e psicologicamente adessere destinatari dell'indifferenza più totale a tutti i livelli politici e non solo, complici di questo abbandono sono stati anche i mezzi di comunicazione che hanno da sempre relegato la nostra professione a gregari del sistema salute, quando nella realtà sappiamo benissimo quanto sia strategico il nostro ruolo, quanta preparazione e quanta responsabilità vi sia.

Siamo tra i più preparati al mondo grazie alle peculiarità e conoscenze professionali, figlie di un percorso universitario molto raro per la nostra professione. Ci umiliano nella politica nazionale, ci umiliano in quella regionale sino a quella delle aziende pubbliche e private, trattati come pedine con ordini dirigenziali che ci obbligano anche a situazioni per le quali si debba assistere con un unico infermiere ad interi reparti di degenza.

 

Riecheggiano come in un incubo le frasi del premier Conte che leggendo la lettera di un'infermiera alla Camera aveva detto: "Non ci dimenticheremo di voi", era il 29 Marzo del 2020.

 

Abbiamo pagato sin con la nostra vita, ma a niente è servito questo enorme sacrificio.

 

Tutto sembra surreale, viene alla mente,  che è per questo che Papa Francesco ci tenga così a cuore, proprio lui che senza timore di dover offendere altri professionisti sanitari aveva rivelato a proposito della sua recente operazione al colon che "un infermiere gli ha salvato la vita". Ultimi tra gli ultimi, forse questo

è il destino di questa splendida professione.

 

Ma il pensiero va anche ai cittadini che sicuramente in questi ultimi tempi hanno capito quanto sia fondamentale un sistema sanitario efficiente che sia sempre pronto, anch'essi devono essere consapevoli che per avere un sistema salute adeguato devono essere impiegati in modo strategico fondi ed investimenti, non lesinando su personale e preparazione di quest'ultimo, altrimenti quello che poi troveranno al momento del bisogno sarà un sistema salute rimediato e non varranno a nulla lamentele e recriminazioni.

 

Una classe dirigente, ma viene da dire una società, in cui nei diversi ambiti di responsabilità siamo stati indiscussamente abbandonati.

 

Non ci resta che la nostra splendida professione che sembra essere preziosa solo per noi ed i nostri pazienti per cui sempre ci saremo, fino alla morte.

 

Andrea Fini