Accedi
Registrati


È stato revocato il ritiro dal mercato dei croissant Bauli a lievitazione naturale con crema al latte, avvenuto lo scorso 30 settembre. Il lotto di produzione LA8312BR era stato giudicato a rischio di contaminazione microbiologica (per presenza di Salmonella) e quindi, per la tutela dei consumatori, ritirato.

Ora, le analisi condotte dall’Istituto Superiore di Sanità confermano l’assenza della salmonella (qui la comunicazione ufficiale del Ministero della Salute). Bauli S.p.A., in una nota, dichiara che «si è trattato di un errore da parte della ASL di Salerno e del laboratorio che ha effettuato l’esame. Sia i campioni di controllo mantenuti presso i nostri stabilimenti, sia quelli prelevati originariamente dalla ASL e poi analizzati da un laboratorio terzo, hanno rilevato la totale assenza di salmonella nei nostri prodotti. D’altronde come un prodotto da forno, sottoposto a cottura, potesse essere stato anche solo ipoteticamente inquinato dal batterio della salmonella, era per noi davvero incomprensibile».

IL CONTROLLO DELLA SICUREZZA ALIMENTARE

Non solo salmonella, ma anche Escherichia coli, Campylobacter e Listeria. Secondo gli ultimi dati contenuti nel rapporto della Commissione europea sul sistema di allerta rapido comunitario (RASFF), le contaminazioni microbiologiche sono la prima causa di allerta e, nella rete di Stati Membri, l’Italia è il paese al primo posto per controllo e per segnalazioni, che nel 2017 sono state 1.400.

«Tra i paesi europei, noi siamo i più garantisti - ci spiega Gaetana Ferri, direttore generale della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (Dgsan) del Ministero della Salute - abbiamo una rete di servizi sanitari e di sicurezza molto capillare, tanto che il 90% dei controlli vengono eseguiti dai servizi ufficiali, come le Asl, i servizi veterinari e di igiene. A ciò, si aggiunge la collaborazione con il Nucleo anti sofisticazione del Comando Carabinieri per la tutela della salute (NAS) e altre autorità competenti in materia di salute pubblica e sicurezza alimentare come ad esempio l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (del Ministero delle politiche agricole) e le capitanerie di porto».

A questo sistema di controlli, si aggiungono gli autocontrolli obbligatori per legge da parte di imprese e operatori e le ispezioni frontaliere, che controllano i prodotti importati e le merci in entrata sul territorio italiano e comunitario. Secondo la relazione annuale del Piano Nazionale Integrato, nel 2017 sul nostro territorio nazionale sono stati eseguiti quasi 500mila controlli di stabilimenti di prodotti di origine animale (allevamenti, macelli, caseifici), oltre alle ispezioni in tutte le altre fasi della filiera agroalimentare, come i trasporti, i negozi, i ristoranti e i bar.

«Applichiamo sempre un principio di cautela per la tutela del cittadino - commenta Gaetana Ferri – Segnalazioni e interventi sono un segnale che la situazione è sotto controllo e se gli esami non confermano contaminazioni microbiologiche, tanto meglio».

INFEZIONE DA SALMONELLA

Le salmonellosi costituiscono oltre il 50% delle infezioni gastrointestinali e sono una della cause più frequenti di tossinfezioni alimentari. Sono malattie infettive causata dai batteri del genere Salmonella che colpiscono l’intestino, provoca nausea, vomito, dolori addominali e diarrea e si trasmettono attraverso gli animali o l’ingestione di alimenti o acqua contaminata.

Come spiega l’Istituto superiore di sanità, «le infezioni da Salmonella spp. possono verificarsi nell’uomo e negli animali domestici e da cortile (polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti, pulcini) e selvatici, compresi i rettili domestici (iguane e tartarughe d’acqua).

ALIMENTI A RISCHIO

I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati)». Gli alimenti più a rischio sono le uova crude o poco cotte e derivati a base di uova, latte crudo e derivati del latte crudo (compreso quello in polvere), carne poco cotta, salse e condimenti per insalate, preparati per dolci, creme, gelato artigianale e commerciale.

Ma anche frutta e verdura (angurie, pomodori, germogli di semi, meloni, insalata, sidro e succo d’arancia non pastorizzati).