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Il servizio è attivo da quasi un mese. Ma complici alcuni aspetti organizzativi e la carenza delle scorte vaccinali, molti donatori di sangue non hanno potuto ancora usufruire dell’offerta della profilassi antinfluenzale: attiva in tutte le regioni, seppur con modalità differenti. Alcune hanno scelto i medici di base (scelta adottata da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Umbria, Marche, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lazio, Molise, Abruzzo, Toscana, Campania), altre gli ambulatori vaccinali delle Asl (modalità prevista da Veneto, Val d’Aosta, Basilicata, province di Trento e Bolzano, Lombardia, Toscana, Umbria, Sicilia, Calabria, Lazio, Abruzzo e Campania), mentre in altre il vaccino si somministra direttamente nei servizi trasfusionali (Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Liguria).

In ogni caso - ricorda il Centro Nazionale Sangue - è necessario presentare un documento che attesti l’iscrizione a una associazione di donatori o un certificato di avvenuta donazione per accedere al servizio.

Un’opportunità per non vedere calare il numero dei donatori

Oltre a rimpinguare le categorie «classiche» a cui viene offerto il vaccino antinfluenzale, l’iniziativa ha lo scopo di limitare le carenze che si verificano di solito in corrispondenza del picco influenzale. «Le carenze all’inizio dell’anno non sono una novità - afferma il direttore generale del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno -. Se da una parte serve una migliore e puntuale programmazione della chiamata dei donatori per effettuare le donazioni da parte delle associazioni e federazioni del volontariato del sangue, il problema dell’epidemia influenzale, che nei primi mesi dell’anno raggiunge il suo picco, non può essere trascurato. Per questo ci siamo attivati per far inserire i donatori tra le categorie a cui viene offerta la vaccinazione. Ora che il servizio è attivo su tutto il territorio nazionale, auspichiamo un’adesione massiccia da parte dei donatori».

Informazione i servizio: dopo la somministrazione del vaccino, i donatori dovranno attendere 48 ore prima di poter effettuare una donazione.

Influenza: conta anche come ci laviamo le mani

Il vaccino offerto ai donatori è dunque un’opportunità per mettere in sicurezza una risorsa come il sangue, essenziale per l’erogazione dei servizi essenziali di medicina trasfusionale, come le terapie per i pazienti talassemici. Gli esperti invitano i donatori a cogliere questa opportunità, considerando che sono già 505mila gli italiani messi a letto dall’influenza: con oltre 14omila casi soltanto nell’ultima settimana.

La stagione sta seguendo lo stesso trend dello scorso anno e probabilmente il picco si verificherà intorno a Capodanno. «L’influenza un fenomeno complesso e che colpisce circa un italiano su dieci - conclude Aurelio Sessa, presidente regionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) della Lombardia -. Non può essere sottovalutata e bisogna ricordare che è l’arma migliore a nostra disposizione. La prevenzione però passa anche da una serie di semplici regole di buona igiene che vanno seguite con particolare attenzione in questo periodo delicato dell’anno. Noi medici di famiglia dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio ai nostri assistiti, a partire proprio dal ricorso alla vaccinazione».

Twitter @fabioditodaro