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L’influenza può uccidere, non tutti gli italiani lo sanno, e molti non si vaccinano. A svelare il controsenso, che la dice lunga sul nostro rapporto ancora controverso con i vaccini, è un’indagine del Censis. Che sembra smentire l’opinione diffusa secondo la quale basterebbe un po’ di buona informazione per convincere le persone a fare pace con i vaccini. A prendere sotto gamba l’influenza sarebbe infatti solo il 14,7% degli over 50, mentre il 48,9 crede possa diventare una malattia anche molto grave e il 43% sa che le complicanze possono portare alla morte.

Evento tragico che lo scorso anno si è portato via tra 15 e i 18mila anziani, «contro una media che negli anni precedenti era di 8mila», denuncia il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi. Che indica anche la causa di questa strage silente: la fuga dalla vaccinazione contro i virus influenzali. Tra gli ultrasessantacinquenni, che possono vaccinarsi gratuitamente dal proprio medico di famiglia, nel 2006 si era raggiunto un picco di oltre il 68% di immunizzati, poi il progressivo e inesorabile calo, fino ad arrivare appena al 52% di vaccinati lo scorso anno, nonostante medici ed esperti avessero messo in guardia sulla particolare aggressività del virus, che infatti ha fatto il doppio delle vittime che di solito falcia ogni anno, soprattutto tra gli anziani già debilitati da altre malattie.

Non ci vacciniamo pur sapendo che sarebbe bene farlo. O almeno il 93% sa che è consigliabile a chi ha problemi respiratori, più dell’85% lo farebbe fare a chi ha compiuto i 65 e una percentuale analoga a medici e infermieri. Allora come spiegare quel crollo verticale di 16 punti in undici anni? Con la mancanza di fiducia nella bontà dei vaccini da parte di ancora troppi italiani, imbevuti di balle antiscientifiche. E’ sempre il Censis a svelare che si, il 32,9% degli ultracinquantenni «si fida molto» dei vaccini, ma oltre il 51% non si spinge oltre un timido «abbastanza» e un pur sempre sostanzioso 15,9% si arrocca sul «poco» o «per nulla».

A volte sono anche le diagnosi fai da te a determinare una crisi di fiducia. «Gli anziani non si vaccinano perché dicono di aver comunque preso l’influenza quando l’hanno fatto, confondendola con forme parainfluenzali , che sono molto meno pericolose e non coperte dal vaccino», spiega Ricciardi.

Quest’anno la variante “Michigan” del virus AH1N1 «dovrebbe portare un’influenza di media intensità, comunque con non meno di 5 milioni di casi», mette in guardia Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.

«Devono vaccinarsi prima di tutto anziani, immunodepressi, dializzati, donne in gravidanza dal 4° mese in su, diabetici e tutti quelli con malattie debilitanti», ricorda Pierluigi Bartoletti, Vice Segretario vicario della Fimmg, la Federazione di medici di famiglia. «Di solito il 10% di chi prende l’influenza ha delle complicanze. Tra loro un altro 10% finisce in ospedale e uno su cento purtroppo non ce la fa». Chi non vuol rischiare è avvisato.

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