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La persona metereopatica è quella che avverte disturbi fisici e psichici in concomitanza di variazioni meterologiche quali sbalzi di temperatura, umidità, pioggia e vento. Uno studio recente condotto presso l’università di Manchester ha evidenziato come i soggetti affetti da patologie croniche quali fibromialgia, artrite o dolori neuropatici in caso di tempo umido e ventoso hanno il 20% di probabilità in più di avvertire il dolore causato dalla loro patologia di base.

Ad oggi non sono disponibili dati epidemiologici riguardanti le sindromi meteoropatiche legate al vento o ad altri fattori meteorologici, anche combinati tra loro, mentre esistono statistiche affidabili di morbilità e mortalità legate alle onde di freddo e soprattutto di calore. Un’evidenza che suggerisce che le onde di calore devono essere gestite con strumenti ben articolati di igiene e sanità pubblica poiché ad oggi, tra tutte le manifestazioni meteorologiche sensibili sulla salute umana le onde di calore sono da considerarsi le più temibili. E’ altrettanto vero, infine, che ci sono persone che sono molto sensibili alle mutevoli condizioni del tempo meteorologico ovvero le persone in età evolutiva come bambini e adolescenti, quelle in età involutiva ovvero le persone anziane e in generale tutte quelle definite come «neurolabili».

Una caratteristica «protettiva» invece, che occorre riconoscere al vento, è l’effetto positivo sulla qualità dell’aria che respiriamo. I venti che soffiano con intensità – sottolineano gli esperti Umberto Solimene e il dottor Vincenzo Condemi, del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute Università degli Studi di Milano – hanno la capacità di rimuovere gli inquinanti con evidente beneficio per la salute umana, a livello respiratorio e cardiovascolare».

Il vento però, al di là dei benefici apportati alla pulizia dell’aria, è spesso fonte di disagio per l’organismo umano. Come lo spiegano il dottor Solimene e il dottor Condemi?

«Il vento, nelle sue varie espressioni, rappresenta una variabile biometeorologica importante. È in grado di scatenare, specialmente in condizioni di caldo o di freddo umido, disturbi a carico di organi, sistemi ed apparati dell’organismo umano. Viene innescato da differenze di pressione atmosferica tra due località e tende a convergere dalle zone di alta pressione verso le zone di bassa pressione. Incide molto sull’organismo umano, tende ad abbassare o innalzare la temperatura percepita dall’organismo stesso. Nelle situazioni di caldo il vento può talvolta intervenire come fattore di mitigazione, ad esempio le brezze estive in ambito costiero. Nelle situazioni di freddo con forte vento la temperatura percepita dall’organismo umano tende inevitabilmente ad abbassarsi fino a valori molto negativi per la salute umana».

E’ vero che i venti che possono dare origine al maggior numero di disturbi sono lo scirocco e il maestrale?

«Si è vero. Il maestrale, specialmente nel periodo invernale si presenta come vento freddo e umido proveniente da nord-ovest che interessa la Sardegna e le regioni tirreniche. A volte impetuoso, è accompagnato da cattivo tempo.Può determinare episodi di ansia, irrequietezza, palpitazioni, cardiopalmo, tachicardia, cefalee muscolo-tensive, perché è un vento che stimola il sistema neurovegetativo e, nei soggetti neurolabili, scatena disturbi come ansia, affanno, respiro corto».

E lo scirocco quali disturbi può indurre?

«Lo scirocco, frequente in autunno-inverno, umido e spesso violento, è capace di trasportare quantità importanti di polvere desertica. Quando soffia lo scirocco, i sintomi più comuni riferiti in letteratura sono: sensazione di grande astenia e debolezza neuromuscolare, mente appannata, cerchio alla testa, depressione dell'umore, con perdita delle facoltà di attenzione, concentrazione e memoria. Se poi le raffiche sono molto violente, con l’aumento progressivo della temperatura e dell’umidità, si rischia addirittura il colpo o il collasso da calore, soprattutto nei rari casi in cui può presentarsi nel periodo estivo».

Ci sono persone che più di altre possono risentire negativamente delle giornate ventose?

«Le persone maggiormente sensibili alle mutevoli condizioni del tempo meteorologico (compreso il vento) sono le persone in età evolutiva (bambini, adolescenti), in età involutiva (le persone anziane) e in generale tutte quelle persone definite neurolabili. Si tratta sostanzialmente di individui di norma depressi o ansiosi, emotivamente coinvolti in situazioni stressanti, che evidenziano una situazione di disadattamento alle condizioni ambientali. Vanno inoltre aggiunti coloro che pur non compresi nelle precedenti fasce di età sono afflitti da stress cronico, poi gli immunodepressi, chi è in fase di convalescenza per malattie debilitanti e qualsiasi condizione patologica di particolare impegno che può determinare un collegamento tra i fattori meteo-ambientali (non è ovviamente il solo) ed il peggioramento della sintomatologia».

Quali sono le patologie che possono acuirsi in una giornata ventosa?

«Sicuramente ad acuirsi possono essere malattie come quelle mentali, le psicosi o i disturbi psicosomatici. Il vento (e più in generale le condizioni meteorologiche estreme) influenza negativamente la sintomatologia in soggetti portatori di patologie reumatiche, di quelle cardiorespiratorie e chirurgo-dermatologiche. Da ultimo ma non per importanza, ne risentono i pazienti con postumi di lesioni scheletriche e di nevrosi post traumatiche».

Il corteo sintomatologico delle “anemopatie” come si affronta?

«In genere tali sintomi si curano prescrivendo i farmaci appropriati. Spetta sempre al medico curante valutare i sintomi e decidere la cura adatta, ad esempio, nel caso di cefalea ricorrente in presenza di condizioni meteorologiche scatenanti, potranno essere prescritti analgesici. Nei depressi, inoltre, lo scirocco potrebbe accentuare i sintomi depressivi, in modo particolare quando persiste per qualche giorno di seguito e pertanto si raccomanda, almeno per il periodo perturbato, di aumentare la dose di antidepressivo. Per i soggetti termolabili, cioè fortemente influenzati dagli sbalzi termici (spesso con il contributo del vento) o da condizioni termiche estreme possono essere consigliate (Medicina Termale) le saune alternate a docce fredde ciò per rinforzare la resistenza alla variabile temperatura. Anche tali pratiche, per i soggetti termolabili, devono essere prescritte dal medico di base o dal medico termale essendo note alcune controindicazioni specie in soggetti cardiopatici. Dipende dalla sensibilità dei medici nel prescrivere approcci di tipo olistico, o mirati ad una modificazione di stili di vita come nel caso delle attività motorie o modificazioni nella dieta».


La persona metereopatica è quella che avverte disturbi fisici e psichici in concomitanza di variazioni meterologiche quali sbalzi di temperatura, umidità, pioggia e vento. Uno studio recente condotto presso l’università di Manchester ha evidenziato come i soggetti affetti da patologie croniche quali fibromialgia, artrite o dolori neuropatici in caso di tempo umido e ventoso hanno il 20% di probabilità in più di avvertire il dolore causato dalla loro patologia di base.

Ad oggi non sono disponibili dati epidemiologici riguardanti le sindromi meteoropatiche legate al vento o ad altri fattori meteorologici, anche combinati tra loro, mentre esistono statistiche affidabili di morbilità e mortalità legate alle onde di freddo e soprattutto di calore. Un’evidenza che suggerisce che le onde di calore devono essere gestite con strumenti ben articolati di igiene e sanità pubblica poiché ad oggi, tra tutte le manifestazioni meteorologiche sensibili sulla salute umana le onde di calore sono da considerarsi le più temibili. E’ altrettanto vero, infine, che ci sono persone che sono molto sensibili alle mutevoli condizioni del tempo meteorologico ovvero le persone in età evolutiva come bambini e adolescenti, quelle in età involutiva ovvero le persone anziane e in generale tutte quelle definite come «neurolabili».

Una caratteristica «protettiva» invece, che occorre riconoscere al vento, è l’effetto positivo sulla qualità dell’aria che respiriamo. I venti che soffiano con intensità – sottolineano gli esperti Umberto Solimene e il dottor Vincenzo Condemi, del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute Università degli Studi di Milano – hanno la capacità di rimuovere gli inquinanti con evidente beneficio per la salute umana, a livello respiratorio e cardiovascolare».

Il vento però, al di là dei benefici apportati alla pulizia dell’aria, è spesso fonte di disagio per l’organismo umano. Come lo spiegano il dottor Solimene e il dottor Condemi?

«Il vento, nelle sue varie espressioni, rappresenta una variabile biometeorologica importante. È in grado di scatenare, specialmente in condizioni di caldo o di freddo umido, disturbi a carico di organi, sistemi ed apparati dell’organismo umano. Viene innescato da differenze di pressione atmosferica tra due località e tende a convergere dalle zone di alta pressione verso le zone di bassa pressione. Incide molto sull’organismo umano, tende ad abbassare o innalzare la temperatura percepita dall’organismo stesso. Nelle situazioni di caldo il vento può talvolta intervenire come fattore di mitigazione, ad esempio le brezze estive in ambito costiero. Nelle situazioni di freddo con forte vento la temperatura percepita dall’organismo umano tende inevitabilmente ad abbassarsi fino a valori molto negativi per la salute umana».

E’ vero che i venti che possono dare origine al maggior numero di disturbi sono lo scirocco e il maestrale?

«Si è vero. Il maestrale, specialmente nel periodo invernale si presenta come vento freddo e umido proveniente da nord-ovest che interessa la Sardegna e le regioni tirreniche. A volte impetuoso, è accompagnato da cattivo tempo.Può determinare episodi di ansia, irrequietezza, palpitazioni, cardiopalmo, tachicardia, cefalee muscolo-tensive, perché è un vento che stimola il sistema neurovegetativo e, nei soggetti neurolabili, scatena disturbi come ansia, affanno, respiro corto».

E lo scirocco quali disturbi può indurre?

«Lo scirocco, frequente in autunno-inverno, umido e spesso violento, è capace di trasportare quantità importanti di polvere desertica. Quando soffia lo scirocco, i sintomi più comuni riferiti in letteratura sono: sensazione di grande astenia e debolezza neuromuscolare, mente appannata, cerchio alla testa, depressione dell'umore, con perdita delle facoltà di attenzione, concentrazione e memoria. Se poi le raffiche sono molto violente, con l’aumento progressivo della temperatura e dell’umidità, si rischia addirittura il colpo o il collasso da calore, soprattutto nei rari casi in cui può presentarsi nel periodo estivo».

Ci sono persone che più di altre possono risentire negativamente delle giornate ventose?

«Le persone maggiormente sensibili alle mutevoli condizioni del tempo meteorologico (compreso il vento) sono le persone in età evolutiva (bambini, adolescenti), in età involutiva (le persone anziane) e in generale tutte quelle persone definite neurolabili. Si tratta sostanzialmente di individui di norma depressi o ansiosi, emotivamente coinvolti in situazioni stressanti, che evidenziano una situazione di disadattamento alle condizioni ambientali. Vanno inoltre aggiunti coloro che pur non compresi nelle precedenti fasce di età sono afflitti da stress cronico, poi gli immunodepressi, chi è in fase di convalescenza per malattie debilitanti e qualsiasi condizione patologica di particolare impegno che può determinare un collegamento tra i fattori meteo-ambientali (non è ovviamente il solo) ed il peggioramento della sintomatologia».

Quali sono le patologie che possono acuirsi in una giornata ventosa?

«Sicuramente ad acuirsi possono essere malattie come quelle mentali, le psicosi o i disturbi psicosomatici. Il vento (e più in generale le condizioni meteorologiche estreme) influenza negativamente la sintomatologia in soggetti portatori di patologie reumatiche, di quelle cardiorespiratorie e chirurgo-dermatologiche. Da ultimo ma non per importanza, ne risentono i pazienti con postumi di lesioni scheletriche e di nevrosi post traumatiche».

Il corteo sintomatologico delle “anemopatie” come si affronta?

«In genere tali sintomi si curano prescrivendo i farmaci appropriati. Spetta sempre al medico curante valutare i sintomi e decidere la cura adatta, ad esempio, nel caso di cefalea ricorrente in presenza di condizioni meteorologiche scatenanti, potranno essere prescritti analgesici. Nei depressi, inoltre, lo scirocco potrebbe accentuare i sintomi depressivi, in modo particolare quando persiste per qualche giorno di seguito e pertanto si raccomanda, almeno per il periodo perturbato, di aumentare la dose di antidepressivo. Per i soggetti termolabili, cioè fortemente influenzati dagli sbalzi termici (spesso con il contributo del vento) o da condizioni termiche estreme possono essere consigliate (Medicina Termale) le saune alternate a docce fredde ciò per rinforzare la resistenza alla variabile temperatura. Anche tali pratiche, per i soggetti termolabili, devono essere prescritte dal medico di base o dal medico termale essendo note alcune controindicazioni specie in soggetti cardiopatici. Dipende dalla sensibilità dei medici nel prescrivere approcci di tipo olistico, o mirati ad una modificazione di stili di vita come nel caso delle attività motorie o modificazioni nella dieta».