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Per il mondo accademico internazionale è una notizia clamorosa, per i malati una buona occasione per essere più ottimisti. La sclerosi multipla è un po’ meno misteriosa grazie allo studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Sassari. «Abbiamo individuato il gene che innesca il processo che sta alla base della malattia», spiega il professor Francesco Cucca, docente di genetica medica a Sassari e direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr: «Per la prima volta dimostriamo inequivocabilmente, con uno studio genetico, il ruolo di una determinata proteina nello sviluppo della patologia».

La scoperta, pubblicata dalla rivista scientifica New England Journal of Medicine è il risultato di un lavoro durato ben sei anni. Ma qual è il beneficio per la cura della malattia? «Gli effetti benefici saranno molteplici - spiega il professor Cucca - Si potrà individuare meglio il bersaglio da colpire con i nuovi farmaci, sarà possibile capire in anticipo quali effetti avranno le terapie e si avrà anche l’opportunità di somministrare i farmaci a determinate persone, sulla base delle specifiche caratteristiche genetiche».

Gli esperimenti sono ancora in corso, ma le analisi fatte finora sono già considerate molto affidabili. «Le analisi – aggiunge Maristella Steri, primo autore del lavoro e ricercatrice Irgb-Cnr - inizialmente sono state condotte su individui sardi, grazie alla collaborazione tra i principali centri di ricerca e degli ospedali dell’isola. Successivamente sono state estese con casistiche più ampie, provenienti da Italia peninsulare, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Svezia».

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