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Si chiama «Yescarta» il nuovo trattamento immunoterapico approvato nella tarda serata di ieri dalla Food and Drug Administration, l’ente statunitense che regola l’immissione in commercio di farmaci e dispositivi medici. L’approccio, indicato per i pazienti adulti colpiti da un linfoma non-Hodgkin non responsivi ad almeno due cicli di chemioterapia, agisce attivando i linfociti del paziente direttamente contro le cellule maligne e ha l’obiettivo di cronicizzare la malattia.

L’evoluzione dell’immunoterapia

«Yescarta» è considerato la conseguenza di «Kymriah», il trattamento approvato ad agosto per la cura della leucemia linfoblastica acuta resistente ai farmaci tradizionali, una neoplasia diffusa soprattutto tra i bambini. In questo caso, invece, il target dei pazienti è rappresentato dagli adulti colpiti da un linfoma non-Hodgkin: all’incirca tredicimila ogni anno in Italia (settantaduemila le diagnosi attese negli Stati Uniti entro la fine del 2017). Il filone di ricerca che ha portato allo sviluppo del nuovo farmaco è quello delle terapie immunocellulari. Nel gergo, si parla di «Car-T». Ovvero: recettore antigene-specifico chimerico. L’approccio prevede il prelievo dei linfociti T (cellule del sistema immunitario) dello stesso paziente e la loro ingegnerizzazione in laboratorio, che avviene mediante l’inserimento di una porzione di Dna in grado di riconoscere l’antigene: in questo caso le cellule neoplastiche. La successiva infusione dà il via all’«attacco» nei confronti del tumore. L’approvazione di «Yescarta» è giunta la termine di uno studio multicentrico condotto su oltre cento pazienti, al termine del quale è stato osservato un tasso di remissione della malattia pari al 51 per cento.

Terapia disponibile solo negli Usa

«Queste terapie rappresentano un passo significativo verso trattamenti personalizzati che possono avere un impatto tremendo sulle vite dei pazienti - spiega Carl June, direttore dell’unità di ricerca traslazionale dell’università della Pennsylvania e pioniere del nuovo trattamento -. Stiamo creando la prossima ondata di terapie per il cancro. Per adesso i risultati riguardano i tumori ematologici, ma l’auspicio è quello di poter presto allargare la platea delle neoplasie aggredibili ni questo modo». Il trattamento con «Yescarta» va comunque considerato con attenzione, visti gli effetti collaterali: che possono andare dai sintomi influenzali alla sindrome da rilascio di citochine, che può avere anche conseguenze fatali. Da qui l’indicazione della Food and Drug Administration: «I centri che somministrano la terapia devono essere certificati e la somministrazione deve essere preceduta da un’attenta valutazione dei rischi». Cure di questo tipo risultano al momento disponibili soltanto negli Stati Uniti, ma sperimentazioni sono in corso anche in Europa.

Twitter @fabioditodaro

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