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Un limoneBERGAMO - Il rimedio naturale per combattere calcoli renali e coliche, di cui soffre il 18% degli italiani, potrebbe essere mezzo bicchiere di succo di limone bevuto ogni giorno. Almeno è ciò che ha confermato uno studio clinico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo condotto con il sostegno del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa Igp, come ha informato in una nota la Cia.

Il lavoro ha coinvolto per la prima volta medici, ricercatori e agricoltori, per dimostrare le proprietà del limone nella prevenzione e cura di questa patologia, ancora meglio dei farmaci comunemente utilizzati con effetti collaterali non tollerati da quasi un terzo dei pazienti. Infatti, era già noto che il consumo di agrumi, accompagnato da una dieta specifica, fosse benefico in questa malattia ma la novità è che sia proprio il limone a dimostrasi il più efficace per combatterla.

Indubbiamente, gli agricoltori sono rimasti molto soddisfatti di questa scoperta, poiché il limone è un must per l'Italia con una superficie coltivata che sfiora i 13mila ettari e 6 prodotti tutelati dal marchio Igp, tra cui il Limone di Siracusa.

Questa notizia, come ha evidenziato il Presidente del Consorzio e Vicepresidente della Cia, Fabio Moschella, potrebbe aiutare i consumi nazionali, che attualmente sono del 5,4% dell'intero mercato dell'ortofrutta fresca con oltre 244mila tonnellate di limoni acquistati ogni anno, anche se non si tratta di solo prodotto "made in Italy".

Queste ultime notizie che sono arrivate dal mondo medico-scientifico "potrebbero aiutare i consumi che comunque in Italia già sono rilevanti, rappresentando il 5,4 per cento dell'intero mercato dell'ortofrutta fresca con oltre 244 mila tonnellate di limoni acquistati ogni anno, anche se non si tratta di solo prodotto “made in Italy”", ha spiegato il Presidente del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa Igp e Vicepresidente della Cia nazionale Fabio Moschella, il quale ha aggiunto che a Siracusa sta crescendo notevolmente la produzione biologica e l'export verso l'Europa con una tenuta, in controtendenza, delle superfici coltivate, dell'occupazione, dell'indotto.