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Il timbro rappresenta l’impronta digitale di ogni voce: è una caratteristica che dipende dalle cavità di risonanza poste al di sopra delle corde vocali e che ricevono il segnale acustico da esse prodotto, ovvero dalle cavità del vestibolo laringeo, della faringe, della cavità orale e dalle cavità nasali, che amplificano i suoni prima che vengano emessi dalla bocca.

«Ogni persona ha una peculiare e unica conformazione anatomica ed ecco perché ognuno di noi ha un timbro irripetibile, che tra l’altro può continuamente cambiare modificando lo spazio di risonanza grazie agli organi mobili che possono far variare forma e dimensioni dello spazio di risonanza (lingua, labbra, palato molle, posizione della laringe nel collo), come ben sanno gli imitatori - spiega Franco Fussi, medico/chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria - In presenza di corde vocali piccole e di massa sottile in spazi faringei e vestibolari non ampi ci troviamo di fronte a voci “piccole” e chiare, indipendentemente dal sesso, così come, invece, in caso di spazi risonanziali ampi e profondi e corde con massa spessa o globalmente edematose, come nel forte fumatore, ci troviamo di fronte a voci particolarmente scure e sonore».

NEL TEMPO LA VOCE CAMBIA

La voce tende a cambiare nel tempo sia per una fisiologica involuzione del timbro, sia perché numerosi fattori possono modularne le caratteristiche in positivo o in negativo. «Il timbro, o colore della voce, subisce nel tempo delle modificazioni rendendosi più scuro a causa della graduale perdita di elasticità della mucosa di rivestimento delle cavità di risonanza, poiché questo va a rinforzare maggiormente armoniche più basse dello spettro con sensazione di inscurimento del colore - spiega il dottor Fussi- Relativamente ai fattori che possono intervenire sulle caratteristiche della voce ricordiamo che negli ultimi decenni, per esempio, i dati statistici a disposizione hanno evidenziato come esistano diversi fattori che possono peggiorarne la qualità».

Si parla sempre più spesso, infatti, di disfonia funzionale ossia una raucedine legata a sovraffaticamento o cattivo uso della voce che tende a mantenersi nel tempo e che deve perciò essere riabilitata logopedicamente. Le persone che più facilmente sviluppano questo disturbo sono gli insegnanti, gli avvocati, gli attori, i cantanti tutte categorie dove la voce, in qualche modo, rappresenta uno dei principali strumenti di lavoro.

«In questo caso il sovraccarico di funzione è pertinente all’eccesso di contatto dei bordi delle corde vocali con possibilità di formazione di danni organici (edemi, polipi, noduli, ecc.). È importante migliorare le capacità di proiezione della voce in condizioni di uso protratto o a elevata intensità dell’eloquio garantendo anche una buona capacità di utilizzo di quello che viene tecnicamente chiamato appoggio e sostegno respiratorio, il controllo posturale del capo e del collo, il rispetto delle giuste fasi di rifornimento aereo» conclude il dottor Fussi.

PRESERVARE LA VOCE SI PUÒ

La disfonia funzionale si può evitare rispettando importanti regole di igiene vocale: non bisognerebbe mai parlare troppo in fretta, senza prendere fiato correttamente e alzando troppo il tono di voce. Urlare non fa bene alla salute della voce, come nemmeno cercare di sovrastare proprio con la voce, i rumori. Altro nemico della voce è la secchezza: ecco perché bisogna idratarsi correttamente, bevendo almeno due litri di acqua al giorno e soggiornare in ambienti con un tasso di umidità minimo del 40%. La voce si danneggia anche in caso di uso eccessivo di alcol e tabacco: la nicotina, in particolare, è un irritante cronico della laringe, può amplificare i danni prodotti dal reflusso gastroesafageo, una patologia molto diffusa e comune soprattutto fra le persone che adottano uno stile di vita e un’alimentazione poco regolare.

VOCE E CANTO

Una bella voce in salute è indispensabile al canto. Ma viene da chiedersi: potenzialmente siamo tutti intonati, oppure soltanto alcuni? Gli studi scientifici hanno rivelato che è più corretto parlare di amusia, cioè di incapacità di ripetere e riconoscere una musica, un fenomeno che tocca una ristrettissima percentuale di persone. Essere stonati, invece, significa essere in grado di riconoscere una musica, ma non saperla riprodurre correttamente a causa di una mancata coordinazione fra aree uditive e vocali.

A tale problema, però, si può rimediare con l’esercizio e la tecnica che rappresentano una vera e propria ginnastica per l’intonazione: cantare in un coro o ascoltare la propria voce registrata, sono semplici accorgimenti volti a migliorare l’intonazione di tutti.

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