Accedi
Registrati


Quando Ilaria ha scoperto di essere affetta da endometriosi aveva 25 anni. Troppo giovane per assimilare pienamente le implicazioni di questa patologia che colpisce il tessuto che riveste l’interno dell’utero, appunto l’endometrio. Le donne con l’endometriosi presentano questo tessuto al di fuori della cavità uterina, ad esempio nell’addome, nelle ovaie o nelle tube. Con tutti i rischi che ne conseguono, compresa la difficoltà a rimanere incinte. Un problema, quest’ultimo, che non sembrava toccare particolarmente Ilaria, almeno non in quel periodo.

LEGGI ANCHE: ENDOMETRIOSI ANCORA RITARDI PER APPLICARE I LEA

«Non ero intenzionata ancora ad avere figli e ho avuto la fortuna di avere una forma di endometriosi asintomatica quindi, a seguito della prima laparoscopia (l’intervento chirurgico, che rappresenta il Gold Standard), non mi sono preoccupata più di tanto», racconta. «Qualche anno dopo, mi sono sposata - continua - e ho iniziato a tentare di avere figli, ma ho visto che la gravidanza non arrivava. Grazie anche all’intuizione di una ginecologa, ho effettuato un’ecografia approfondita e si è scoperto che l’endometriosi non solo si era ripresentata, ma anche in una forma estremamente aggressiva. La stessa ginecologa mi ha comunicato come l’endometriosi fosse la causa della mia difficoltà di avere figli».

LEGGI: ENDOMETRIOSI DEVE ESSERE RICONOSCIUTA COME MALATTIA

FECONDAZIONE ASSISTITA: AUMENTANO PROBABILITA’ DI RIMANERE INCINTA

«Nelle donne affette da endometriosi il tasso di gravidanza naturale è inferiore al 2 per cento per ciclo mestruale - spiega Daniela Galliano, direttrice del Centro IVI di Roma – mentre normalmente questo valore si attesta attorno al 20 per cento. L’infertilità è un elemento fondamentale di cui il medico deve tener conto nel momento in cui si appresta alla diagnosi e alla cura di questa patologia così come l’endometriosi influenza l’approccio diagnostico e terapeutico per la cura della infertilità. Per le pazienti la medicina riproduttiva rappresenta un’opportunità da intraprendere grazie agli elevati tassi di successo che caratterizzano queste tecniche».

Questa è la strada che Ilaria ha deciso di intraprendere alla seconda diagnosi di endometriosi. «Ho effettuato una seconda laparoscopia e nel frattempo ho iniziato a pensare di rivolgermi ad un centro di fecondazione assistita», racconta Ilaria che ha optato per il Centro IVI di Roma che in 10 anni ha aiutato 9mila donne con endometriosi.

«Ho iniziato a prendere in considerazione la fecondazione eterologa. Come molti in Italia, non la conoscevo bene e avevo molti pregiudizi e paure connesse a questo trattamento. Mio figlio sarà veramente mio figlio? Cosa vorrà dire avere un figlio con un ovulo di un’altra donna?», aggiunge. Alla fine, con il supporto dei medici, Ilaria ha coronato il suo sogno: due bellissimi gemellini. «Sono la gioia della mia vita», dice Ilaria.

LEGGI ANCHE: ENDOMETRIOSI NEMICA DELLA SESSUALITA’ DELLE DONNE

L’ENDOMETRIOSI PUO’ ESSERE ASINTOMATICA OPPURE CAUSARE FORTI DOLORI

Il problema delle donne con endometriosi rimane quello di arrivare tempestivamente a una diagnosi. Per prima cosa bisognerebbe fare attenzione ai segnali lanciati dal corpo. I sintomi possono essere diversi. «Si può accusare dolore pelvico cronico, dolore durante le mestruazioni, dolore durante la defecazione e dolore durante i rapporti sessuali», spiega Mario Mignini Renzini, responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia degli Istituti Clinici Zucchi di Monza e direttore medico di Biogenesi centro di medicina della riproduzione integrato nello stesso reparto.

«Mentre alcune donne affette da endometriosi sono colpite da uno o più sintomi tipici della malattia, in altri casi - aggiunge - la presenza dell’endometriosi è asintomatica e la sua diagnosi è occasionale durante l’esecuzione di interventi chirurgici pelvici per altre patologie o durante l’esecuzione di un taglio cesareo. In molti casi, le donne colpite da questa patologia lo scoprono solo quando incontrano qualche difficoltà ad avere un figlio e ricorrono ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita».

LEGGI ANCHE: ENDOMETRIOSI, TUTTE LE POSSIBILI CURE

LA MALATTIA PUO’ COMPROMETTERE LA QUALITA’ DELLA VITA

Se non trattata, l’endometriosi può avere conseguenze importanti nella vita in generale di una donna, sia sul lavoro che a livello psicologico. Ansia, discriminazione, paura, giornate in malattia, rischio di perdere il lavoro si verificano più di quanto si voglia credere. Secondo lo studio europeo Endometriosis All Party Parlamentary Group (EAPPG), per i forti dolori si perdono in media cinque giorni lavorativi al mese. Tra le donne colpite, il 14 per cento riduce l’orario di lavoro, un altro 14 per cento abbandona o perde l’impiego, mentre il 40 per cento ha il timore di mettere a conoscenza della propria malattia il datore di lavoro, per paura delle conseguenze. Sul fronte istituzionale sono stati fatti dei passi avanti: nel 2016 la malattia è stata inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti. E a marzo 2017 gli stadi clinici di moderato e grave sono entrati nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

vai all'articolo originale