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Erroneamente si ritiene che l’ictus colpisca soltanto gli anziani, ma non è così, anche se effettivamente la probabilità di malattia aumenta con l’aumentare dell’età, dato che l’età è uno dei fattori di rischio cardio-cerebrovascolari. Lo sono anche la pressione arteriosa, la colesterolemia, l’indice di massa corporea, il diabete e la familiarità.

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«In Italia si calcola che circa 12.000 soggetti di età inferiore a 55 anni ne vengano colpiti ogni anno» dichiara Carlo Gandolfo, professore di neurologia all’Università di Genova.

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«Il problema assume particolare rilevanza – aggiunge il neurologo, membro del comitato tecnico scientifico di Alice Italia Onlus, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale – considerando che nei soggetti “giovani” l’incidenza di ictus, cioè il numero di nuovi casi che si verificano in un anno nella popolazione, sembrerebbe tendere ad aumentare, mentre, grazie all’efficacia della prevenzione, nelle altre fasce di età più avanzata l’incidenza tende a diminuire, almeno in tutte le nazioni economicamente avanzate».

Il ricordo

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Non solo. Gandolfo spiega che «nei giovani più spesso che negli anziani l’ictus si presenta nella sua forma più grave, cioè come emorragia intra-cranica. L’ictus, cioè, è causato dalla rottura spontanea di un’arteria intra-cranica con fuoriuscita di sangue a pressione elevata. E l’ictus emorragico ha un tasso di mortalità più che doppio rispetto alle molto più frequenti forme ischemiche, dovute invece all’occlusione di un’arteria cerebrale».

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È fondamentale allora «stimolare la popolazione ad abbandonare cattive abitudine che aumentano la probabilità di malattia, in particolare il fumo, l’alcol, l’assunzione di sostanze illecite, che sono notoriamente connesse con l’ictus e in particolare con le forme emorragiche».

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L’ICTUS È UN’EMERGENZA MEDICA

Il Rapporto sull’Ictus in Italia (anno 2018) sollecita un’azione sistematica e persistente di informazione della popolazione in grado di veicolare messaggi chiari e fondamentali:

– l’ictus è un’emergenza medica

– l’ictus è una malattia frequente e grave

– l’ictus colpisce in varie fasce di età, giovani inclusi

– le conseguenze sono spesso drammatiche e possono durare anche tutta la vita.

Tuttavia, è fondamentale segnalare che il pericolo ictus si può scongiurare tenendo sotto controllo alcuni fattori di rischio generali/individuali e che oggi l’ictus si può curare, riducendo mortalità e disabilità, se l’intervento è tempestivo e se avviene in strutture specializzate.

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FATTORI DI RISCHIO

In occasione dell’ultima edizione della Giornata mondiale dell’ictus, il Dipartimento di malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità ha ricordato che i fattori di rischio e le condizioni a rischio modificabili sono l’ipertensione arteriosa, l’obesità, il diabete e il colesterolo alto, mentre fra gli stili di vita l’abuso di bevande alcoliche, l’abitudine al fumo e la sedentarietà. E che gli studi epidemiologici suggeriscono che la metà degli ictus potrebbe essere evitata attraverso l’adozione di stili di vita salutari (e la terapia farmacologica in caso di persone a elevato rischio cardiovascolare o che hanno avuto un infarto del miocardio o una sindrome coronarica acuta).

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Pertanto i consigli sono

- tenere sotto controllo la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale, gli zuccheri nel sangue (glicemia) e il peso corporeo, mantenendone i valori entro i limiti raccomandati

- adottare fin da giovanissimi stili di vita salutari: in particolare, non fumare, non abusare di alcolici, mangiare sano e svolgere regolare attività fisica.

Dire addio alle sigarette, per esempio, e abbinare questa scelta salutare ad attività fisica regolare e a un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e pesce, e povera di cibi ricchi di grassi saturi (grassi di origine animale), colesterolo, zuccheri semplici (i dolci) e sale - in altre parole, un modello alimentare ispirato alla dieta mediterranea e a basso contenuto di sodio - aiuta a mantenere livelli adeguati di pressione arteriosa, colesterolemia e glicemia.

La familiarità, invece, è un fattore di rischio non modificabile che deve tenere alta l’asticella dell’attenzione inducendo i giovani con genitori che hanno avuto un ictus ad attenersi alle raccomandazioni mediche per tenere scrupolosamente sotto controllo i fattori di rischio invece modificabili. @simona_regina

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