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La pressione arteriosa dovrebbe attestarsi sui 120-80 mmhg: tanto più ci si discosta da questo range di normalità, tanto maggiori sono le probabilità di sviluppare eventi cardiovascolari anche molto gravi. Molti studi scientifici hanno evidenziato che le popolazioni con un basso consumo di sale possono vantare valori pressori tutto sommato nella norma, mentre nei paesi occidentale dove si consumano mediamente 10 g di sale ogni giorno, contro i 5 raccomandati, l’ipertensione è una malattia in continua crescita.

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L’ipertensione può essere efficacemente prevenuta e persino contrastata limitando il consumo di sale, aumentando il consumo di frutta e verdura in maniera da ottimizzare il consumo di sali di potassio (le linee guida consigliano assieme alla riduzione del sale un consumo quotidiano di questi sali nell’ordine di 4700 mg al giorno), adoperandosi per restare su un peso adeguato, moderando il consumo di caffè, non fumando, svolgendo una regolare attività fisica e cercando di rilassarsi, poiché la pressione sale anche quando si è perennemente sotto stress.

Tenere sotto controllo o prevenire l’ipertensione significa rinunciare alle cattive abitudini e cambiare stile di vita: facile a dirsi, ma non a farsi, per questo il primo impulso quando si scopre di soffrire di ipertensione è quello di annullare il consumo di sale.

CHE COS’E’ IL SALE IPOSODICO

Sul mercato sono disponibili una vasta gamma di prodotti che salano a fronte di un basso apporto di cloruro di sodio, sostituito generalmente dai sali di potassio, che però hanno un sapore amarognolo e per questo il prodotto finale, a fronte di un costo superiore a quello del comune sale da cucina, è spesso poco gradito dal consumatore. Questi prodotti,inoltre, non sono utilizzabili dai pazienti diabetici o con problemi renali o in trattamento con farmaci che riducono l’eliminazione del potassio.

I NUOVI TIPI DI SALE CHE COLLABORANO AL NOSTRO BENESSERE

Il problema principale del sale iposodico è il retrogusto amaro : per superare questo svantaggio sono sempre numerose le iniziative e i nuovi prodotti, elaborati da multinazionali e start up.

Sale marino in soluzione liquida

Uno degli ultimi ritrovati consiste nel sale marino in soluzione liquida , prodotto con metodi completamente naturali, non trattato con alcuna sostanza chimica, privo dell’eccesso di sodio del sale marino, ma gustoso al contrario dei sali trattati.

Sale rosa dell’Himalaya

Chi vuole ridurre l’apporto di cloruro di sodio sostituendo il comune sale da cucina (fermo restando che per tenere sotto controllo la pressione, deve anche cambiare stile di vita) può provare ad utilizzare oltre ai prodotti iposodici anche il sale rosa dell’Himalaya ritenuto da molti il sale più puro disponibile sulla Terra, perchè estratto a mano dalle miniere naturali della catena montuosa. Deve il suo colore all’elevata presenza di sali minerali, in particolare quelli di ferro, contiene anche importanti quantità di iodio (molto utile per il benessere della tiroide ) e ha un contenuto di cloruro di sodio circa 4 volte inferiore del normale sale da cucina; è adatto per tutti gli scopi alimentari, anche se è particolarmente indicato per insaporire la carne. Può avere un leggero effetto lassativo .

Sale di Cervia

«Un sale puro che costituisce un’alternativa al sale da cucina è il sale di Cervia, non essiccato artificialmente, è noto come sale dolce , non perché con minore capacità salante, ma perché privo di retrogusto amaro e quindi più apprezzato nella gastronomia e nella produzione di salumi e formaggi . Mantiene la sua naturale umidità attorno al 2%, contiene molti oligoelementi come lo iodio, lo zinco, il rame, il manganese, il ferro, il magnesio e il potassio; non subisce l’aggiunta di sostanze anti agglomeranti e mantiene quindi inalterate le sue proprietà» spiega la dott.ssa Barbara Paolini, vicesegretario nazionale ADI associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica.

Sale alle erbe

Un’altra alternativa è rappresentata dall’utilizzo del sale alle erbe: è costituito da un mix di sale marino integrale (non sottoposto a metodiche di raffinazione chimica) e erbe aromatiche ; si può preparare in casa (le ricette per allestirlo sono numerosissime anche su internet) o si può acquistare già pronto nei negozi specializzati in prodotti biologici. Lo studio SPICE condotto su soggetti obesi e ipertesi ha dimostrato che gli interventi mirati di tipo comportamentale volti a insegnare a utilizzare correttamente le spezie in cucina aiutano effettivamente, già in 4 settimane, a ridurre progressivamente il consumo di sale.

Gomasio

Il gomasio è un prodotto originario del Giappone ed è costituito da una miscela di sale marino integrale, alghe e semi di sesamo tostati; quando viene preparato il rapporto fra sesamo e sale dovrebbe essere di 20 o 25 a 1; si conserva in frigorifero ed è preferibile aggiungerlo a crudo, a fine cottura in modo da conservarne inalterate le proprietà. È adatto per insaporire pesce, insalate, verdure e carne ed è di beneficio per la salute non solo per il basso apporto di cloruro di sodio, ma anche per le proprietà dei semi di sesamo ricchi di vitamine D e E, calcio, fosforo, ferro e zinco, ma anche di sesamina, sesamolina e sesamolo antiossidanti utili nella salvaguardia del fegato. Si può acquistare già pronto o si può preparare in casa , utilizzando un mortaio, rispettando le dosi precedentemente indicate e tostando i semi di sesamo.

Sale nero delle Hawai

Il sale nero delle Hawaii, si ottiene sulle coste dell’isola Molokai , con una lavorazione tradizionale e solo manuale; ha un contenuto di cloruro di sodio ridotto rispetto al sale bianco da cucina, deve il suo colore alla presenza di tracce di carbone; è indicato in caso di disturbi gastrici e intestinali ed è particolarmente adatto a insaporire i piatti di pesce alla griglia.

Sale nero di Cipro

Questo sale si raccoglie nelle acque dell’isola e poi si arricchisce con carbone vegetale ottenuto dalla combustione di cortecce di alberi quali tiglio,betulla e salice. La presenza del carbone gli conferisce un blando potere detossinante ; è adatto a insaporire piatti a base di pesce bianco, patate dolci fritte, uova e zuppe; spesso si usa anche a scopo decorativo.

L’importanza di leggere le etichette alimentari

«Il poco tempo a disposizione porta sempre più frequentemente all’utilizzo di prodotti confezionati, o già cucinati e questo comporta inevitabilmente di non poter controllare l’utilizzo del sale, come invece si può fare se si utilizzano prodotti freschi e se si cucinano direttamente le pietanze» sottolinea la dott.ssa Barbara Paolini. «A tal proposito basti pensare che 100g di un sugo alla Norma pronto possono contenere circa 1,5g di sale, mentre lo stesso sugo fatto con prodotti freschi può avere un contenuto di sale di 0,25g».

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