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«Adesso che siamo nella fase 2, è possibile sottoporsi a una procedura di medicina estetica o di chirurgia plastica?». Per molti non saranno queste le priorità saltate durante la fase più acuta della pandemia di Covid-19. Ma in vista del lento e progressivo ritorno alla normalità, in molti si stanno ponendo la stessa domanda giunta alla redazione. La risposta è affermativa, dando per scontato che vengano assunte tutte le cautele del caso e tenendo comunque in considerazione alcune possibili differenze nei calendari tra le Regioni.

Procedure urgenti garantite, ripartono gli interventi programmati

«Dopo la fase del lockdown, possiamo tornare a dedicarci anche a queste attività - afferma Francesco D’Andrea, direttore del reparto di chirurgia plastica dell’azienda ospedaliero-universitaria Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva (Sicpre), che ha redatto un documento ad hoc per favorire una ripresa delle attività esente dai rischi di natura infettiva -. Poter prendersi cura del corpo vuol dire anche alleviare eventuali sofferenze psicologiche. Nessun problema dunque nel sottoporsi a visite o a interventi già fissati, purché negli ospedali e negli studi medici siano in uso i dispositivi di protezione e vengano adottate tutte le misure atte a garantire la sicurezza dei pazienti, oltre che del personale sanitario».

Via libera dunque anche agli interventi d’elezione, rinviati a partire dall’inizio di marzo. Tutti gli altri, invece, proseguiranno come accaduto finora. Anche in queste settimane, infatti, la chirurgia plastica per la cura di malattie urgenti e indifferibili non si è fermata. Sono stati infatti garantiti tutti gli interventi di ricostruzione oncologica e post-traumatica, anche nelle Regioni più colpite dal Covid-19.

All'orizzonte un aumento degli interventi?

D’ora in avanti si potranno soddisfare anche le richieste di tutti gli altri pazienti. In Emilia Romagna e in Campania, i chirurghi sono già ripartiti con interventi quali la mastoplastica additiva, la blefaroplastica, la rinoplastica e le infiltrazioni di tossina botulinica. A seguire si adegueranno le altre Regioni. Per quanto riguarda le visite in studio, le raccomandazioni comprendono l'utilizzo delle mascherine, il lavaggio corretto e frequente delle mani e il distanziamento. Ovvero tutto quello che abbiamo imparato a conoscere e rispettare in queste settimane. Negli studi, il cambio dell'aria o la sua sanificazione con appositi dispositivi saranno frequenti. E si continueranno a evitare gli assembramenti.

«Ci aspettiamo un aumento della richiesta», ha spiegato all’AdnKronos il chirurgo plastico Paolo Santanchè. Appesantiti da lunghe settimane di sedentarietà ed esperimenti in cucina tra lieviti e farine, a lungo orfani di parrucchiere ed estetiste, «molti vorranno ripartire dall'immagine e questo mi fa immaginare un incremento dei filler e degli interventi di liposuzione».

Twitter @fabioditodaro

«Adesso che siamo nella fase 2, è possibile sottoporsi a una procedura di medicina estetica o di chirurgia plastica?». Per molti non saranno queste le priorità saltate durante la fase più acuta della pandemia di Covid-19. Ma in vista del lento e progressivo ritorno alla normalità, in molti si stanno ponendo la stessa domanda giunta alla redazione. La risposta è affermativa, dando per scontato che vengano assunte tutte le cautele del caso e tenendo comunque in considerazione alcune possibili differenze nei calendari tra le Regioni.

Procedure urgenti garantite, ripartono gli interventi programmati

«Dopo la fase del lockdown, possiamo tornare a dedicarci anche a queste attività - afferma Francesco D’Andrea, direttore del reparto di chirurgia plastica dell’azienda ospedaliero-universitaria Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva (Sicpre), che ha redatto un documento ad hoc per favorire una ripresa delle attività esente dai rischi di natura infettiva -. Poter prendersi cura del corpo vuol dire anche alleviare eventuali sofferenze psicologiche. Nessun problema dunque nel sottoporsi a visite o a interventi già fissati, purché negli ospedali e negli studi medici siano in uso i dispositivi di protezione e vengano adottate tutte le misure atte a garantire la sicurezza dei pazienti, oltre che del personale sanitario».

Via libera dunque anche agli interventi d’elezione, rinviati a partire dall’inizio di marzo. Tutti gli altri, invece, proseguiranno come accaduto finora. Anche in queste settimane, infatti, la chirurgia plastica per la cura di malattie urgenti e indifferibili non si è fermata. Sono stati infatti garantiti tutti gli interventi di ricostruzione oncologica e post-traumatica, anche nelle Regioni più colpite dal Covid-19.

All'orizzonte un aumento degli interventi?

D’ora in avanti si potranno soddisfare anche le richieste di tutti gli altri pazienti. In Emilia Romagna e in Campania, i chirurghi sono già ripartiti con interventi quali la mastoplastica additiva, la blefaroplastica, la rinoplastica e le infiltrazioni di tossina botulinica. A seguire si adegueranno le altre Regioni. Per quanto riguarda le visite in studio, le raccomandazioni comprendono l'utilizzo delle mascherine, il lavaggio corretto e frequente delle mani e il distanziamento. Ovvero tutto quello che abbiamo imparato a conoscere e rispettare in queste settimane. Negli studi, il cambio dell'aria o la sua sanificazione con appositi dispositivi saranno frequenti. E si continueranno a evitare gli assembramenti.

«Ci aspettiamo un aumento della richiesta», ha spiegato all’AdnKronos il chirurgo plastico Paolo Santanchè. Appesantiti da lunghe settimane di sedentarietà ed esperimenti in cucina tra lieviti e farine, a lungo orfani di parrucchiere ed estetiste, «molti vorranno ripartire dall'immagine e questo mi fa immaginare un incremento dei filler e degli interventi di liposuzione».

Twitter @fabioditodaro