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La depressione post parto è un serio problema di salute che non coinvolge solo le neo mamme, ma anche i papà. Della depressione che può coinvolgere i papà subito dopo il lieto evento, si parla poco, ma non solo il fenomeno è di non trascurabile entità, ma può avere serie ripercussioni anche sulla vita della prole.

Secondo gli studi a disposizione gli uomini, al pari delle donne, subito dopo la nascita possono provare ansia, sviluppare dipendenza nei confronti di alcol e gioco d’azzardo, possono evitare di stare a contatto con il loro piccolo e trattenersi oltremisura al lavoro o tradire la compagna. Arrivano a sperimentare, cioè, una sensazione di inadeguatezza che li allontana dal nido familiare.

«Gli uomini possono anche rinviare il processo di adattamento alla paternità fino a dopo la nascita del bambino. Questa esperienza è caratterizzata, inizialmente, da un senso di estraneità, poiché il padre non vive in prima persona l’esperienza di un altro dentro di sé. Il suo legame con il piccolo è mediato dal racconto della moglie e/o dalle immagini ecografiche che gli raffigurano il figlio che si sta formando. Questo non significa che, anche lui, non si crei un’immagine del futuro figlio in cui vengono proiettate fantasie, desideri, timori e problematiche inerenti la propria storia personale» racconta Rossana Riolo Psichiatra, psicoterapeuta Responsabile Centro Salute Mentale di Camposampiero , Referente Ambulatorio Mamme senza depressione del Distretto 4 Aulss 6 Euganea .

Da 10 anni è attivo proprio negli ospedali di Camposampiero e Cittadella ( Padova) un Servizio Specialistico di consultazione e cura dedicato alle donne in gravidanza e in post partum, portato avanti da un team composto da psicologi e psichiatri . Sulla scorta dell’adesione ricevuta direttamente dalle mamme e indirettamente anche dai padri che spontaneamente afferiscono all’ambulatorio Mamme Senza depressione da circa due anni, in collaborazione con l’Università di Bologna e il Prof Baldoni (capofila di un progetto di validazione di un questionario rivolto ai padri), il Servizio ha deciso di aderire alla raccolta dati in collaborazione con il Consultorio Familiare di Camposampiero. Viene presentato il questionario rivolto ai papà all’interno del percorso nascita, per individuare situazioni di disagio anche nella figura paterna.

«Il padre ha un ruolo decisivo sia in gravidanza sia nel post partum, di tutela, protezione e sostegno della diade madre-figlio. La paternità è un’esperienza entusiasmante, ma altrettanto faticosa come la maternità e quindi esposta agli stessi rischi, disagi e veri e propri disturbi, inclusa la depressione post partum che incide per un 10%, come testimoniano alcuni studi scientifici» commentano la Dott.ssa Ciulli e la Dott.ssa Donolato, entrambe psicologhe del team dedicato.

La vita ambulatoriale di ogni giorno

Viene da chiedersi come questi neo papà manifestino il loro disagio e come e se sono in grado di chiedere aiuto. A rispondere sono ancora la dott.ssa Riolo e il Dott. Mesiano, psicologo e psicoterapeuta sulla scorta della loro esperienza: «Sono meno frequenti i padri che si rivolgono direttamente al nostro Servizio per difficoltà personali di tipo psicologico nonostante la presenza di un progetto esplicitamente dedicato loro. Ciò che più spesso si verifica è una richiesta indiretta, che si costruisce nel tempo. Spesso è segnalandoci le difficoltà delle partner che i papà si interrogano sul loro ruolo e quindi si rapportano con le dinamiche del nuovo assetto della coppia divenuta famiglia. I padri tendono a identificarsi in stereotipi che giustificano il loro sentirsi messi un po’ in disparte o poco utili e di fatto allontanandosi dalla compagna sempre di più, sia fisicamente che, soprattutto emotivamente».

Manifestazioni del disagio

Ci sono dei segni che le neo mamme dovrebbero cogliere e interpretare come campanelli d’allarme circa lo sviluppo di depressione nel loro compagno dopo la nascita del proprio bambino?

«Nei neo papà si possono presentare disturbi d’ansia quali attacchi di panico e fobie. Le lamentele somatiche possono sfociare in veri e propri disturbi di somatizzazione o preoccupazioni ipocondriache. Possono verificarsi agiti comportamentali come crisi di rabbia, condotte violente, attività fisica o sessuale compulsiva, fughe nel lavoro o con gli amici; abuso di sostanze o disturbi di dipendenza da gioco d’azzardo o da internet. Queste problematiche comportano disturbi relazionali di coppia come incomprensioni, litigi, conflitti che talvolta possono sfociare anche in relazioni extraconiugali.- Racconta ancora la dott.ssa Riolo che conclude- Spesso sono le compagne a rivolgersi direttamente al nostro servizio segnalando tali difficoltà come minacciose/compromettenti per la tranquillità necessaria a poter accudire al meglio il/i figli/o.

Spesso la richiesta è di poter sentire il partner come parte integrante della triade e dunque partecipe del benessere e dell’accudimento sia negli aspetti più pragmatici e concreti e sia a quello più complicato e delicato, ovvero il sostegno emotivo-affettivo, contenendo le varie preoccupazioni che possono insorgere nella neomamma. Poter affidare tutto questo a una terza persona, qualificata e garante di uno spazio diverso dal contesto familiare o amicale, permette a entrambi di ascoltarsi e confrontarsi con i reciproci timori, angosce ma anche fantasie e speranze svincolati da sensi di colpa. Questo da avvio alla possibilità anche per il padre di dichiarare il suo stato di difficoltà e accettare un aiuto che gli permetta di riconquistare il suo ruolo a partire dal suo vissuto soggettivo e dalla sua storia personale di figlio e uomo».