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Iniezioni di insulina addio. In futuro basterà inghiottire una capsula. I risultati degli esperimenti, seppur preliminari e condotti in modello animale, lasciano ben sperare. Le siringhe potrebbero andare definitivamente in pensione facilitando enormemente l’assunzione di insulina nelle persone che soffrono di diabete. Ad affermarlo è uno studio presentato nei giorni scorsi al congresso dell’American Chemical Society a Philadelphia (Stati Uniti).

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Il diabete giovanile è una patologia che colpisce prevalentemente i giovani. Secondo le ultime statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a soffrirne sarebbe circa il 3% della popolazione mondiale. A differenza di quello di tipo 2, di gran lunga più diffuso e associato a scorretti stili di vita, quello giovanile appartiene alla categorie delle malattie autoimmuni. Le persone che ne soffrono subiscono la progressiva distruzione, ad opera del proprio sistema immunitario, delle cellule del pancreas che producono l’insulina. Ecco perché i malati sono costretti, per tutta la vita, ad assumere questo ormone per abbassare i livelli di glucosio nel sangue.

Ad oggi l’unica via per somministrare l’insulina è la siringa utilizzata per iniezioni sotto pelle. Il fatto che non si possa assumere per via orale è principalmente dovuto al fatto che il passaggio delle capsule attraverso lo stomaco porta ad una “distruzione” dell’ormone per via dell’ambiente acido prima che possa fare effetto. Problema che potrebbe in futuro essere risolto grazie alla tecnologia sviluppata da un gruppo di ricercatori della Niagara University. Il segreto è nel rivestimento che “copre” l’insulina.

Utilizzando i «colestosomi» –particolari particelle lipidiche- sviluppati nel loro laboratorio gli scienziati sono riusciti a incapsulare con successo l’insulina. Modelli al computer hanno mostrato che i lipidi, una volta assemblati in sfere, formano particelle neutre resistenti agli attacchi degli acidi dello stomaco. I farmaci vengono caricati all’interno e i minuscoli pacchetti possono passare attraverso lo stomaco senza essere degradati.

Quando i colestosomi raggiungono l’intestino il corpo li riconosce come qualcosa che deve essere assorbito. Le vescicole passano attraverso l’intestino nel flusso sanguigno rilasciando poi l’insulina.I primi risultati in animali da laboratorio hanno dato esito positivo. La disponibilità di insulina a livello sanguigno somministrata con il nuovo approccio si è dimostrata comparabile a quella somministrata con metodo classico. Prossimo passo sarà ora la sperimentazione su un più ampio numero di animali per poi arrivare, in caso di successo, alla sperimentazione nell’uomo.

Twitter @danielebanfi83

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