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Per il terzo anno consecutivo sabato 21 aprile si celebra la Giornata Nazionale della Salute della Donna per promuovere l’informazione e i servizi di prevenzione e cura delle principali malattie femminili.

Ecco perché dal 16 al 22 aprile l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda) ha organizzato l’(H) Open Week: in tutta Italia negli oltre 180 ospedali del network Bollini Rosa, sarà possibile sottoporsi a visite gratuite, esami strumentali, consulti ed eventi informativi tutti dedicati al variegato universo femminile.

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DECLINO COGNITIVO, PERCHÉ LE DONNE SONO PIÙ COINVOLTE?

Con l’aumentare dell’aspettativa di vita, il declino cognitivo e lo sviluppo di demenze sono diventati argomenti di sempre maggiore importanza e urgenza.

Nello specifico uno studio italiano ha evidenziato come le donne, nell’arco della loro esistenza, siano esposte a un rischio Alzheimer quasi doppio rispetto agli uomini. «Questo dato, che in parte viene spiegato dalla maggiore longevità delle donne, è anche da attribuire a fattori genetici e a un più basso grado di scolarizzazione- spiega Vincenzo Di Lazzaro, Professore Ordinario e Direttore della Neurologia del Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma che aggiunge - Le donne si trovano non solo ad affrontare la malattia di Alzheimer da pazienti, ma per via del ruolo che da sempre rivestono nella società, sono anche direttamente coinvolte nella gestione e nell’assistenza dei familiari affetti da questa forma di deterioramento cognitivo. È stato infatti rilevato che circa il 60-70% dei pazienti affetti da demenza viene assistito da soggetti di sesso femminile (il cosiddetto caregiver), che affronta con il paziente il difficile percorso della malattia, con tutte le problematiche individuali e sociali che ne derivano».

LA PAGINA CHE IL MINISTERO DELLA SALUTE HA DEDICATO ALLA GIORNATA

PROBLEMI COGNITIVI E MENOPAUSA

La menopausa pur rappresentando una tappa biologica naturale per ogni donna, comporta fra le altre problematiche, anche un certo rallentamento delle normali funzioni cerebrali. Il funzionamento del cervello, infatti, è controllato anche dagli ormoni sessuali: nell’ippocampo, la regione del cervello legata al ricordo e all’immagazzinamento dei dati, sono presenti numerosi recettori per gli estrogeni e il progesterone e dunque al forte cambiamento dell’assetto ormonale insito nella menopausa, corrisponde un’importante variazione nella funzionalità cerebrale.

Dopo i 50 anni, secondo i dati disponibili, quasi a due donne su tre, capita, con sempre maggiore frequenza, di non trovare il termine appropriato all’interno di un discorso, di dimenticare, mentre ci si districa fra mille faccende, il perché si è entrate in una stanza piuttosto che in un’altra, di fermarsi davanti al banco della frutta e della verdura incapaci di ricordare di cosa si ha bisogno nello specifico.

TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA: RISORSA CONTRO IL DECLINO?

Secondo alcuni esperti, all’arrivo della menopausa, assumere una terapia ormonale sostitutiva potrebbe contrastare efficacemente oltre le vampate di calore, l’atrofia vulvo vaginale anche quella sorta di offuscamento delle funzioni cognitive. In questo senso, però, i pareri sono molto contrastanti, poiché secondo altri esperti è proprio la terapia farmacologica ad avere un ulteriore impatto negativo sulle facoltà cognitive. «La terapia ormonale, in effetti, può, ad esempio, aumentare il rischio di trombosi e quindi di fenomeni ischemici cerebrali che hanno un impatto devastante anche a livello cognitivo» precisa il Professor Di Lazzaro.

PATOLOGIE NEUROLOGICHE E SESSO FEMMINILE

Le donne sono interessate in maniera prevalente da numerose patologie neurologiche come chiarisce il Professor Di Lazzaro: «La maggior parte delle malattie neurologiche autoimmuni, quindi malattie come la sclerosi multipla, la miastenia gravis, l’encefalite autoimmune ovvero una patologia infiammatoria cerebrale causata da anticorpi diretti contro i neuroni o la poliradicolonevrite acuta e cronica (infiammazione dei nervi periferici) sono appannaggio del sesso femminile. Il 75% delle persone affette è rappresentato da donne. Si ritiene che le disuguaglianze ormonali nei due sessi contribuiscano a questa differenza: gli androgeni, ormoni maschili, hanno un effetto di controllo sul sistema immunitario, mentre gli estrogeni, ormoni femminili, favoriscono lo sviluppo patogenetico e la manifestazione clinica delle malattie autoimmuni. Inoltre è stato recentemente indagato che fattori genetici legati al sesso abbiano un ruolo in queste manifestazioni».

SONNO, LETTURA E ATTIVITA’ FISICA PER AIUTARSI

Fondamentale per ogni donna, in ogni caso, è la consapevolezza di tutti questi cambiamenti anche mentali che il passare del tempo comporta. Conoscere le opzioni terapeutiche a disposizione, per mantenere al meglio la propria salute e la propria psiche, è il primo passo per invecchiare bene.

Non guasta ricordare che le funzioni cognitive si preservano al meglio anche dormendo un congruo numero di ore per notte, mantenendosi fisicamente attive, dedicandosi alla lettura, alla coltivazione dei propri hobby, evitando l’isolamento sociale, trovando il tempo per dedicarsi ad attività come il ballo o sfruttando le nuove tecnologie per mantenersi costantemente in contatto con parenti, amici e figli magari lontani geograficamente.

È indispensabile capire che non è mai troppo presto per prendere coscienza dell’importanza della prevenzione, soprattutto riguardo alle patologie neurologiche, perché il declino cognitivo, che spiani o no la strada alla demenza, è sicuramente un fattore che peggiora sensibilmente la qualità della vita di chi ne soffre, soprattutto se l’aspettativa di vita, come nel caso delle donne, è sempre più lunga.

«È stato recentemente dimostrato, inoltre, che gli stessi fattori di rischio dell’ictus lo sono anche per la demenza e la loro correzione è in grado di prevenirla –conclude il Professor Di Lazzaro- Ecco perché bisogna controllare regolarmente la pressione arteriosa poiché l’ipertensione è uno dei più grandi nemici del cervello, così come la glicemia se si ha familiarità per il diabete. È buona abitudine controllare ogni tanto il polso per scoprire eventuali aritmie silenti che possono causare embolie cerebrali, adottare una dieta mediterranea ricca in verdura, frutta, legumi, carboidrati a base di farine integrali, pesce azzurro e povera di grassi e sale, tenere sotto controllo il peso ed evitare assolutamente il fumo che porta ad un invecchiamento delle arterie cerebrali con gravissime conseguenze sul piano cognitivo».

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