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Le vitamine sono nutrienti indispensabili per il mantenimento in salute dell’organismo ma, poiché il nostro corpo non ne sintetizza a sufficienza, vanno assunte attraverso un’alimentazione equilibrata e varia. Gli integratori vitaminici sono prodotti il cui impiego è in crescita per compensare una dieta non equilibrata o per risolvere qualche disturbo, dimenticando che si dovrebbe agire sull’alimentazione. L’integrazione può però servire in presenza di reali carenze nutrizionali, a volte non risolvibili con la sola dieta, ma questi casi devono essere diagnosticati da un medico che prescrive la supplementazione. Questo è vero per i bambini, cui spesso i genitori danno polivitaminici per aiutarli in caso di stanchezza o dopo una malattia.

DIETA EQUILIBRATA E SANA

«Ma in realtà non servono: non servono per recuperare più in fretta dai postumi di un malanno, non fanno andar meglio a scuola e men che meno fanno venire l’appetito ai bambini e ai ragazzi che non ne hanno. I bambini sani non li dovrebbero utilizzare mai» scrive Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica del Bambin Gesù e direttore del magazine “A scuola di salute”, che ha dedicato un numero interamente dedicato alle vitamine.

I VARI TIPI DI VITAMINA B

Sono numerose le vitamine che appartengono al gruppo “B”: la B1, la B2, la B3, l’acido pantotenico, la B6, la B7, l’acido folico e la vitamina B12. Alimenti ricchi di vitamine del gruppo B sono i legumi, le patate, i lieviti. Le farine integrali sono un’ottima fonte di vitamine del gruppo B. Il consumo di alcol riduce i livelli di vitamine del gruppo B nell’organismo.

La vitamina B12 assicura il corretto sviluppo e funzionamento dei nervi, ed è necessaria per uno sviluppo adeguato dei globuli rossi. Inoltre, è necessaria per la sintesi del DNA. La B12 è presente in vari alimenti di origine animale: carne, pesce, uova, latte e latticini, ma è assente negli alimenti di origine vegetale. Chi segue diete vegane dovrebbe tenerne conto.

IN QUALI CASI È NECESSARIA UNA INTEGRAZIONE

«L’organismo non è in grado di sintetizzare le vitamine del complesso B in modo autonomo in quantità sufficiente; ecco perché il loro apporto attraverso un’adeguata alimentazione deve essere adeguato» dichiara Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della Federazione Italiana Medici Pediatri FIMP «Qualora non lo fosse sarebbe opportuno ricorrere alla supplementazione».

Durante il XIX congresso nazionale tenutosi a Riva del Garda, i pediatri della FIMP, in occasione di un corso organizzato con il contributo di un’azienda, la Pfizer Consumer Healthcare, hanno identificato cinque condizioni in cui l’integrazione può essere suggerita dal pediatra per mettere al riparo il bambino da possibili squilibri nella crescita.

I cinque casi cui prestare attenzione sono: diete sbilanciate, problemi intestinali, intensa attività sportiva (se vengono adottati modelli alimentari sbilanciati e non congrui ai fabbisogni legati all’esercizio fisico), infezioni respiratorie ricorrenti e sovrappeso e/o obesità (dove la supplementazione del complesso vitaminico B può migliorare l’efficienza dei processi metabolici).