Artrosi alla lettera dal greco, artro articolazione e osi degenerazione, indica la malattia degenerativa a carico delle articolazioni, un disturbo che nel tempo tende a cronicizzare e si caratterizza per le lesioni a carico della cartilagine articolare.

La patologia di solito, ha un esordio tardivo dovuto al progressivo assottigliamento della cartilagine: le ossa per questo tendono ad avvicinarsi, i nervi si schiacciano, i muscoli si tendono e le ossa si deformano. Tutto il processo comporta dolore, limitazioni funzionali e deformazione articolare.

ARTRITE INFIAMMATORIA

«Quando si parla di artrite infiammatoria, invece, ci si riferisce a un gruppo di malattie autoimmuni determinate cioè, dall’attacco da parte del sistema immunitario, verso i tessuti della propria persona, le articolazioni ma anche altri organi in tutto il corpo- precisa il dottor Vincenzo Bruzzese Past President della SIGR (Società Italiana di GastroReumatologia) - I sintomi congiunti risultanti includono infiammazione, dolore, rigidità e gonfiore. Le forme più comuni di artrite infiammatoria sono l’artrite reumatoide (RA), la spondilite anchilosante (AS) e l’artrite psoriasica (PsA). Quasi la metà (47%) degli adulti con artrite ha anche un’altra condizione cronica. Ad esempio dei 52,5 milioni di adulti americani con artrite, il 16% (7,3 milioni) hanno il diabete di tipo 2 e il 47% degli adulti con diabete hanno artrite».

I COSTI DELLA MALATTIA

Si stima che l’artrosi sia una condizione che interessi circa 5 milioni di italiani ed è la principale causa di disabilità fra gli anziani. La malattia ha un alto costo sociale sia di tipo diretto, legato alla cura e riabilitazione sia indiretto, legato alla perdita di produttività del paziente e dei suoi familiari, che lo devono assistere. Lo Stato deve sostenere una spesa annua di oltre 10 miliardi di euro per l’assistenza a questi malati.

«Quando si parla di artrosi di solito si distingue fra una forma primitiva e una secondaria - spiega il professor Bruzzese - Nella prima le cause sono sconosciute. Colpisce persone con una predisposizione genetica e in età più giovanile, tale forma è prevalente nel sesso femminile e si caratterizza per la comparsa di noduli alle articolazioni interfalangee delle mani. La sintomatologia dolorosa di solito è modesta, ma le deformità sono progressive e portano a disestetismi e invalidità. La forma secondaria è spesso collegata a cause riconoscibili, come attività lavorative, sportive, traumi, obesità. Di solito colpisce le grandi articolazioni «portanti», quali il ginocchio, l’anca e la colonna vertebrale. Il dolore è importante, specie nelle fasi di riacutizzazione e si accompagna spesso a tumefazione dell’articolazione. In questa forma non c’è prevalenza di sesso e la progressione invalidante è più rapida».

COME PREVENIRE IL DISTURBO

Pur essendo una condizione spesso legata all’età l’artrosi è una malattia che si può e si deve prevenire, anche perché una volta che si conclama, si caratterizza per l’intenso dolore e la limitazione nei movimenti e una conseguente riduzione nella propria autonomia.

Il mantenersi in attività, svolgere regolarmente esercizio fisico è il modo migliore per contribuire a mantenere le articolazioni elastiche, rafforzare la muscolatura e preservare lo stato di salute della cartilagine articolare. L’ideale sarebbe praticare sport che consentano l’esecuzione di movimenti armonici e non sottopongano le articolazioni a usura: da questo punto di vista ben si adattano allo scopo il nuoto, la ginnastica a corpo libero o il ciclismo. Gli sbalzi termici, sempre più frequenti purtroppo, sono grandi nemici della salute articolare: per quanto possibile, quindi, dovremmo equipaggiarci in maniera tale da risentirne il meno possibile, a tutte le età.

ARTROSI E ALIMENTAZIONE

«Negli ultimi anni si è sviluppata un’attenzione sulla correlazione tra cibo e flora intestinale con le malattie croniche infiammatorie reumatiche come l’artrite reumatoide, ma anche con l’artrosi. La Società Italiana di GastroReumatologia (SIGR), si è particolarmente interessata dell’argomento. Ci sono delle evidenze scientifiche - precisa il Prof Vincenzo Bruzzese - che indicano un ruolo protettivo di alcuni alimenti nel prevenire o ridurre l’infiammazione articolare. La dieta mediterranea, ricca di alimenti con proprietà antiossidanti (verdura, frutta, legumi) è sicuramente indicata per la salute delle nostre articolazioni. Oltre a prevenire l’obesità, riduce l’infiammazione anche attraverso una modulazione delle citochine infiammatorie e un migliore equilibrio della flora microbica intestinale. Carenze di vitamina D e magnesio possono peggiorare un quadro di artrosi, soprattutto delle ginocchia. Interessante a tal proposito - prosegue il Prof Bruzzese - come si sia osservato che il vino rosso, ricco di flavonoidi ad azione antiossidante, possa essere protettivo verso l’artrosi, mentre la birra risulta dannosa. La salute delle nostre ossa dipende quindi anche da quello che mangiamo e dalla nostra flora microbica intestinale».

PERCORSO TERAPEUTICO

In caso di dolore da artrosi, il sintomo non va affatto trascurato e soprattutto non va lenito con il fai da te: è importante rivolgersi a un medico che valuterà il tipo di trattamento più adeguato e darà anche consigli su come continuare a svolgere il proprio lavoro e l’esercizio fisico al fine di non aggravare il carico sulle articolazioni. Il primo step per affrontare dolore e limitazione dei movimenti è sicuramente di tipo farmacologico, anche se la risposta del paziente a questo tipo di approccio può essere molto differente. L’utilizzo di antinfiammatori che siano Fans (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) o appartenenti alla classe degli inibitori della COX, in ogni caso non risolvono la patologia, ma la leniscono, in maniera più o meno duratura nel tempo. Ultimamente si ricorre spesso alle infiltrazioni con acido ialuronico e alla medicina rigenerativa. L’uso dei cortisonici, infine, è indicato nelle fasi acute, per brevi periodi, preferibilmente per via infiltrativa.

Il professor Bruzzese conclude: «L’artrite - osteoartrite (OA), ma soprattutto le condizioni infiammatorie come l’artrite reumatoide (RA), la gotta, l’artrite lupus e psoriasica, espongono al rischio di sviluppare malattie cardiache. Più del 50% delle morti premature nelle persone affette da artrite reumatoide derivano da malattie cardiovascolari, secondo una revisione del 2011 di 24 studi sulla mortalità pubblicati in Nature Review Rheumatology . Persone con gotta hanno anche un rischio maggiore di attacco di cuore e di morte da malattie cardiovascolari e coronariche. I livelli di acido urico elevati, una causa della gotta, sono stati legati a un aumento del rischio di alta pressione del 44%, secondo una revisione del 2011 pubblicata in Arthritis Care & Research».


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