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L’allergia alla carne rossa - quella prodotta da animali quali il manzo, il maiale, il cavallo, il cervo e l’agnello - esiste. Su questo, nonostante la casistica appaia ridotta, alla pari della conoscenza della popolazione, gli esperti non hanno quasi più dubbi. Ma chi ne risulterebbe più esposto? Probabilmente le persone con gruppo sanguigno A o 0, secondo uno studio presentato nel corso dell’ultimo congresso della società americana di asma, allergologia e immunologia, appena conclusosi a Orlando.

Rischio ridotto invece per chi sui globuli rossi presenta gli antigeni B e AB: con il secondo con ogni probabilità responsabile di questo effetto «protettivo». Nulla a che vedere, comunque, con la (pseudo) dieta del gruppo sanguigno, bocciata a più riprese dalla comunità scientifica.

ALLERGIA ALLA CARNE ROSSA: DI COSA SI TRATTA?

L’allergia alla carne rossa è scatenata dalle punture di una zecca, la Lone Star (Amblyomma americanum): presente anche in Italia. Questa determina la formazione di anticorpi di tipo IgE, tipici dell’allergia verso l’Alfa-Gal. Si tratta di uno zucchero - questa è la seconda atipicità, visto che normalmente le allergie avvengono in risposta a una proteina - che viene iniettato sotto cute dalla saliva della zecca.

Un altro elemento inconsueto è che la reazione non è immediata dopo l’assunzione dell’alimento, ma ritardata: si registra da tre a sei ore più tardi, rendendo più difficile l’associazione dell’allergia al cibo.

Come spiega Antonino Musarra, responsabile del servizio di allergologia del presidio ospedaliero di Scilla e presidente dell’Associazione degli Allergologi e Immunologi Territoriali e Ospedalieri Italiani (Aaito), «non c’è una terapia nei confronti di questa allergia, motivo per cui l’unica strategia è quella della prevenzione. Non abbiamo ancora grandi dati su questo tipo di sensibilizzazione. In Italia, finora, la quasi totalità dei casi è stata riportata nel Nord-Est, raramente nel Nord-Ovest. Un solo caso in Italia centrale. Ma sono ancora troppo pochi i centri che possono scoprire questo tipo di allergia».

I PRIMI SOSPETTI NEL 2008

Per approfondire la conoscenza a riguardo, dopo le prime scoperte risalenti al 2008, un gruppo di ricercatori dell’Università di Saint Louis (Misouri) ha rilevato i gruppi sanguigni di 92 pazienti a cui era già stata diagnosticata l’allergia alla carne rossa, comparandoli con 92 soggetti sani (il controllo). La frequenza attesa dei gruppi sanguigni B e AB era di circa il venti per cento, mentre nel primo gruppo è risultata pari al 4,35 per cento. I pazienti che esprimevano l’antigene B risultavano meno propensi a produrre l’immunoglobulina E responsabile della reazione. E, di conseguenza, a minor rischio allergico.

Il problema, almeno negli Stati Uniti, sta assumendo maggiore importanza: anche per via dell’espansione delle popolazioni di zecche. I ricercatori auspicano una maggiore sensibilizzazione a riguardo. «Parlando con i miei pazienti, un numero molto elevato di loro riferisce di avere sintomi almeno da vent’anni - afferma la ricercatrice Maya Jerath, dell’Università del North Carolina -. Questa allergia potrebbe essere in circolazione da molto tempo, mentre noi ne stiamo diventando più consapevoli soltanto adesso. In passato, quando un paziente si presentava con i sintomi che oggi associamo all’allergia alla carne rossa, ci si limitava a una diagnosi di anafilassi idiopatica».

VALUTARE SEMPRE IL GRUPPO SANGUIGNO

Alfa-gal ha una struttura simile a quella degli antigeni che determinano il gruppo sanguigno e l’effetto protettivo svolto dal gruppo B era emerso già da alcuni studi europei: merito delle maggiori analogie rispetto allo zucchero anafilattico. «La nostra raccomandazione è che tutte le persone che vengono valutate per l’allergia alla carne rossa debbano ricevere la determinazione del gruppo sanguigno», chiosa Johnathan Brestoff, patologo clinico e primo autore della ricerca presentata al principale congresso mondiale di allergologia.

«A chi soffre di questa allergia capita di andare fuori a cena, mangiare una bistecca e svegliarsi nel corso della notte a causa di una reazione anafilattica: con perdita di coscienza e manifestazioni cutanee».

Twitter @fabioditodaro

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