Per quanto concerne le malattie sessualmente trasmissibili spesso vengono alla mente patologie molto temute come ad esempio AIDS o meno temute come una Candidosi, raramente pensiamo a  patologie spesso riferite al passato in cui l'agente eziologico era rappresentato da un parassita.
Mai come in questi anni patologie ormai ritenute superate trovano una seconda "giovinezza", questo per molteplici fattori; non soltanto la migrazioni di popoli spesso provenienti da aree sottosviluppate ma anche da  cattiva igiene personale o da stili di vita malsani.
Una di queste patologie è la Pediculosi del Pube (Pthirus pubis) , denominata più genericamente piattola ovvero insetto parassita  dell'uomo che si manifesta in zone in cui vi è presenza di peli, più specificatamente nella zona pubica, ascellare, capo ma anche ciglia e sopracciglia.
Le piattole una volta insediatesi (ed accopiate fra loro) depongono circa dieci uova al giorno ancorandole al fusto del pelo.

Viene considerata una patologia trasmissibile sessualmente in quanto il parassita viene "trasferito" facilmente dopo un rapporto sessuale ed in alcuni casi attraverso il contatto con il vestiario (biancheria intima, lenzuola ecc.)
Chi è infestato da questo tipo di parassita spesso si rivolge al medico per il manifestarsi di un intenso plurito nelle zone interessate, possono anche presentare nelle zone in cui le piattole hanno punto delle macule cerulee, macchie bluastre di pochi millimetri ed intensamente pruriginose.
Per questo tipo di patologie anche il Ministero della Salute si è attivato affinche ci sia una campagna informativa adeguata, dato che il riscontro di tale condizione non è così raro.
L'approccio terapeutico oltre prevedere un trattamento di tipo meccanico con uso di pettine a denti stretti in seguito a lavaggio della zona colpita con una soluzione calda contenente acido acetico, prevede la disinfestazione attraverso l'utilizzo di emulsionanti, shampi o polveri a base di permetrina, lindano o alcuni petroli sintetici per un periodo di media durata in cui il professionista del caso (spesso dermatologo) controllerà l'efficacia del trattamento affinche non si verifichino recidive.