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gravidanza-comunicazioneNel corso degli ultimi anni sempre più ricerche scientifiche, cito una per tutte, presentata all'International Genetics Conference in corso a Melbourne, dimostrino come le cellule embrionali attraverso la placenta si "impiantino" nella madre. La conservazione di patrimonio genetico di cellule staminali dei loro feti attiverebbero, anche dopo anni, una sorta di difesa per proteggerle in caso di pericolo per l'organismo materno.
Questo per sottolineare come il rapporto tra madre e nuovo nascituro non cominci subito dopo il parto, ma già dalla gravidanza. Quanto citato sopra è solo un piccolo, grande esempio di come questo rapporto madre-figlio sia costituito a sua volta da molti legami non solo fisici ma anche biochimici. Il linguaggio biochimico che si attua è molto complesso ed affascinante.
Grazie a studi scientifici si è evidenziato come ad ogni sensazione o reazione della madre vengano rilasciati nel sangue ormoni specifici che attraverso la placenta raggiungono direttamente il feto; ossitocina durante un orgasmo, adrenalina per reazioni di paura, endorfina nel caso la madre sia tranquilla. Ma oltre agli scambi biochimici esistono quelli fisici ed è per questo che gli esperti consigliano di comunicare con il proprio bimbo sin dall'inizio della gravidanza, magari accarezzandosi dolcemente il ventre. Altro consiglio utile è quello di far ascoltare della musica, meglio se classica e meglio se sempre uguale, trasmetterà al futuro nascituro in concomitanza con un determinato ambiente, un senso di sicurezza e tranquillità.
Come si è visto in gravidanza il rapporto madre figlio non si instaura dopo il parto ma già dai primi giorni in cui si può parlare di  interscambio chimco-fisico.