La disfatta del sistema sanitario nazionale rispetto al soddisfacimento dei bisogni sanitari ed assistenziali alla popolazione sta portato di fatto ad una riorganizzazione più distribuita sul territorio dei servizi attraverso un sistema policentrico che sposi a pieno il PNRR.


Il collasso quotidiano dei pronto soccorso, ritenuto dalla popolazione unico accesso alle prestazioni sanitarie ha sancito il fallimento di un'sistema organizzativo che non ha saputo trasmettere alla popolazione la presenza di altre forme di servizio già presenti sul territorio, medico di medicina generale, guardie mediche, guardie mediche turistiche, distretti sanitari, assistenza domiciliare, UCCP.

Lo scopo ora, quello di creare una rete territoriale qualitativamente adeguata.

 

Ma le regioni saranno pronte?

 

Si sta attuando una programmazione adeguata?

 

La regione Marche in 14 mesi ha portato avanti un lavoro che sta cercando di sfruttare a pieno gli investimenti del PNRR che ha dato in dotazione circa 1 miliardo di euro.

 

Nelle Marche saranno 12 gli ospedali per acuti, 9 gli ospedali di comunità, 32 le case di comunità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Gli ospedali di comunità, destinate a cure intermedie a bassa intensità con degenze brevi.

-Le case di comunità, strutture socio sanitarie per accogliere pazienti affetti da patologie croniche con un costo per ogni casa  di circa 1,6 milioni di euro dotata di sale per consulenze ed esami, prelievi ematici, diagnostica di base il tutto legato ad una interconnesione di dati riferiti al paziente stesso che andranno ad incrociarsi.

A prestare servizio all'interno 10 medici, 8 infermieri, e 5 amministrativi, parte dei medici dovrebbero essere costituiti dai medici di medicina generale.

Il programma nazionale prevede circa 16500 assunzioni, ovviamnete dati teorici che dovranno tener conto dell'aspetto finanziario.

Il coordinamento all'interno delle case di comunità che di fatto operano all'interno dei distretti sanitari dove vi sarà un'assinstenza continua avverrà
attraverso un servizio di telemedicina con centrali operative territoriali.

Ingenti gli interventi strutturali, con la messa in opera di circa 50 edifici ad i quali andranno sommati altri 34 per l'emergenza covid-19, fra le tante strutture;
tre nuovi ospedali Pesaro, Macerata, San Benedetto del Tronto quelle per le emergenze Urbino, Fano, Senigallia, Fabriano, Civitanova Marche; altri 3 ospedali di comunità/hospice e diversi altri interventi di riqualificazione e ristrutturazione.

Un programma dettagliato, sicuramente non privo di difficoltà e contraddizioni come per la mancanza cronica del personale sanitario o su come pottesero diversificati gli interventi, ma un programma che rispetto ad altre regionirappresenta una traccia da seguire e non un navigare a vista nella nebbia più oscura.