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frutta-felicitaEsiste un cibo che renda felici? Ovviamente non stiamo parlando del nostro piatto o dolce preferito, ma di un pasto che consumato con continuità ci dia quella sorta di positività ed energia che ci fa sentire bene e quindi felici.
Secondo uno studio britannico questa ricetta esiste, lo studio in questione è stato condotto dall'Università di Warwick in collaborazione con l'US Dartmouth College, su 80mila britannici e pubblicata sul Social Indicators Research.
Il cibo in questione, il pasto che fa sì che si crei questa magica alchimia è composto da frutta o verdura. Il segreto secondo questi ricercatori è nella quantità in cui si deve consumare tale alimento, la tanto decantata regola del cinque ovvero consumare cinque volte al giorno una porzione (80-100 g) di frutta o verdura non basterebbe più.
Le porzioni secondo questo studio dovrebbero essere portate a sette se non otto per avere gli effetti positivi della felicità. Il commento incredulo di tali risultati è partito proprio dagli stessi ricercatori, come ha affermato professor Andrew Oswald del "Centre for Competitive Advantage in the Global Economy" il quale ha dichiarato: << Questo studio mostra risultati a dir poco sorprendenti e che ci hanno sbalordito quando li abbiamo analizzati>>.frutta-sette-pasti
Gli stessi ricercatori si chiedono come sia possibile che un aumento di porzioni di frutta e verdura possa portare tali effetti, anche perchè frutta e verdura contengono molti antiossidanti ma non si spiega come possano agire sulla nostra mente e sulle nostre emozioni.
In Italia le porzioni di frutta e verdura consumate ogni giorno (dati ISTAT) sono: 70% consumi che vanno dalle 2 alle quattro
porzioni, il 5% arriva a cinque, il resto ne consumerebbe 1 o nessuna.
Ma il dato più allarmante è della Confederazione Italiana Agricoltori che attesta come negli ultimi 10 anni vi è stata addirittura una riduzione dei consumi in particolare nei bambini tra i 3 e i 10 anni, di verdura ma soprattutto di frutta.
In questo caso a rischio non vi è solo la felicità ma la salute dei nostri bambini.