Allarme in Usa per tracce di glifosato (sostanza chimica presente negli erbicidi) nei vaccini per i bambini. E’ stata l’associazione "Moms across America" a scoprirlo inviando alcuni campioni in laboratorio per uno screening di controllo. I vaccini in questione sono quelli usati più frequentemente: contro il morbillo, la parotite e la rosolia. In essi sono risultati livelli di glifosato superiori di 25 volte rispetto agli altri. L’indagine è stata condotta da uno scienziato indipendente del Microbe Inotech Labs. Che ha inoltrato i risultati al governo statunitense con un’esortazione che però non ha ancora avuto risposta: «Dei test più accurati devono essere fatti con urgenza dalla FDA (Agenzia per l’alimentazione) e CDC (Centro di prevenzione per le malatti, ndr) per confermare i risultati esatti. Tuttavia, qualsiasi quantità rilevata è inaccettabile. Bisogna intraprendere delle azioni per proteggere i nostri neonati e i nostri bambini».
Non è la prima volta che questo sostanza chimica finisce al centro di dibattiti che la vedono sul banco degli imputati. Considerata tossica è presente in centinaia di erbicidi spruzzati su gran parte del territorio americano e quindi finisce nelle colture e di conseguenza nello stomaco del bestiame. Nell’Unione Europea è in corso una battaglia per vietarla ma a tutt’oggi l’autorizzazione a usarla è stata prolungata fino alla fine del 2017, in attesa di riscontri scientifici. Che l’associazione Maa sostiene di avere: «Gli scienziati affermano che il glifosato può abbattere la barriera emato-encefalica e consentire l’ingresso delle tossine nel cervello, aumentando l’impatto di esposizione. Il tasso di bambini con improvvisa perdita di funzione, problemi comportamentali e di apprendimento erratici è alle stelle in America».
Ma come si concretizza il legame con la sostanza incriminata? «I produttori di vaccini - spiega la Maa - a volte usano sottoprodotti di origine animale nei vaccini quali ad esempio proteine derivanti dal pollo, dalle uova o gelatina che proviene dalle ossa. E se quei produttori di vaccini utilizzano gli animali che provengono da allevamenti intensivi, è probabile che essi sono stati nutriti con Ogm e Glisofato».