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immagine relativa ad un intervento di soccorso urgenteIl Primo Soccorso e' l'assistenza che si presta alla vittima di incidente o malore, nell'attesa dell'arrivo di personale qualificato, ossia il 118 .
Tra le tante tecniche di primo soccorso spicca, in rilevanza , il BLSD  ossia BASIC LIFE SUPPORT – DEFIBRILLATION, cioè la manovra da compiere nel caso il paziente vada in arresto cardiaco.
L'arresto cardiaco improvviso e' un evento che colpisce centinaia di milioni di persone ogni anno; la maggior parte di esse sono giovani.
I dati internazionali dimostrano che queste persone se soccorse prontamente in maniera adeguata, hanno discrete possibilità di ripresa, l'importante e' effettuare le manovre del BLSD in maniera esatta.
Queste manovre si suddividono in più fasi denominate " La Catena della Sopravvivenza".
La Catena della Sopravvivenza e' la serie di interventi consecutivi e collegati fra essi che possono permettere di salvare vite colpite da arresto cardiaco improvviso.
Perché questo possa avvenire occorre che, nel luogo in cui si verifica il malore, sia presente una persona che sappia riconoscere la situazione di emergenza e che sappia  allertare in modo corretto i soccorsi organizzati (118) e, in attesa dell'arrivo degli stessi, sappia effettuare manovre che sostituiscono al cuore l'ossigenazione dei tessuti e degli organi (PRIMA FASE).

La SECONDA FASE consiste nel  far riprendere al cuore il battito spontaneo mediante la defibrillazione,in maniera tale che le funzioni vitali non portino danni irreversibili al cuore e al cervello. Per supportare le funzioni vitali di base si eseguono nel tempo minore possibile 30 compressioni toraciche esterne per 5 cicli consecutivi piu' 2 insufflazioni per ogni ciclo,per mantenere la circolazione del sangue e la respirazione artificiale per ossigenare il sangue;se tutto ciò viene eseguito in maniera adeguata,il flusso di sangue che ossigena il cuore  permetterà di mantenere più a lungo il cuore stesso in fibrillazione ventricolare e quindi di allungare il tempo nel quale effettuare la defibrillazione. Facendo tutto ciò si avrà il ripristino del flusso sanguigno e l'ossigenazione del cervello.

La TERZA FASE consiste invece nell'erogare, tramite il defibrillatore, una scarica elettrica che attraverso le piastre posizionate sul torace esattamente una a sinistra  e una a destra, attraversa il cuore:la scarica blocca per un instante il ritmo cardiaco in modo da far riprendere l'attività elettrica spontanea del cuore, quindi una funzione di pompa efficace.
Grazie alle recenti innovazioni oggi è possibile trovare i defibrillatori anche al di fuori dei presidi ospedalieri; sono i cosiddetti defibrillatori semiautomatici che, collegati alla persona in arresto cardiaco, effettuano automaticamente la diagnosi del ritmo cardiaco e permettono anche a chi non e' del campo ospedaliero, di effettuare l'erogazione della scarica.
I defibrillatori semiautomatici si possono trovare ormai in quasi tutti gli ambienti:centri commerciali,stadi, aeroporti, stazioni ferroviarie e,ultimamente,anche sui veicoli delle forze dell'ordine:carabinieri,polizia e vigili del fuoco.

L'ultima fase, la 4, è quella relativa al supporto vitale avanzato, nel senso che, in caso di arresto cardiaco, la defibrillazione non risolve sempre la causa sottostante responsabile della fibrillazione ventricolare e dell'arresto cardiaco e per questo sarà necessario fornire un supporto vitale ulteriore che potrà essere ad esempio la ventilazione meccanica oppure l'infusione di farmaci in grado di consentire al cuore di contrarsi in maniera efficace. Si interverrà, quindi, in maniera avanzata con manovre svolte da personale medico. La forza della catena di sopravivenza dipende quindi non solo dalle manovre ma anche da chi assiste ed è capace di svolgere i primi soccorsi.