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Le principali controindicazioni che spesso vengono evidenziate in relazione all’uso delle cellule staminali cordonali sono relative alla loro criopreservazione ed alla possibile trasmissione da parte delle stesse di potenziali anomalie leucemiche o difetti genetici. Per quanto concerne la criopreservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale, sino al 2003 si riteneva fosse possibile crioconservare tali cellule fino a 15 anni senza alterarne la vitalità (1). Un recente studio condotto da Broxmeyer et al, dimostra che è possibile criopreservare le cellule staminali cordonali per almeno 24 anni senza alterarne ne la vitalità ne la capacità proliferativa. In aggiunta, in un test sperimentale, cellule staminali cordonali umane conservate per oltre 20 anni hanno dimostrato la capacità di ripopolare il midollo osseo quando trapiantate in un modello murino e, di estrema importanza, le stesse cellule, raccolte dopo sei mesi dal trapianto, sono state in grado di ripopolare il midollo di un secondo animale (2). In merito alla possibile trasmissione di precursori leucemici, è chiaro che nel caso in cui un bambino sviluppi una forma leucemica, l’uso autologo delle cellule staminali da cordone ombelicale come mezzo terapeutico per la cura della forma leucemica non è possibile, cosi come non e’ possibile nemmeno l’uso di qualsiasi altro auto trapianto (es: midollo) in quanto qualsiasi staminale conterra’ verosimilmente progenitori leucemici. In relazione alla possibilità di trasmissione di difetti genetici, qual’ora il paziente risultasse ad esempio essere portatore di anomalie geniche relative al quadro ematologico