Accedi
Registrati


bulliUna chiarezza di fondo per comprendere i fenomeni legati alla violenza e le sue radici psico-sociali. Perché l'aggressività e la forza nei giovani di oggi sono inquinate da violenza e distruttività?

Oggi parliamo di aggressività, ma che cosa è veramente?

E' solo una parola a cui associamo subito pensieri negativi e brutti, che ci fanno preoccupare, spaventare o possiamo pensare che riguarda un aspetto positivo di noi?

Se andiamo a vedere l'etimologia della parola aggressività possiamo già capire alcune sfumature. Aggressività viene dal latino ad-gredior che significa "andare verso", si tratta di un movimento volto a cambiare le situazioni e le persone intorno a sé, volto a chiedere e prendere quello di cui si ha bisogno o ad allontanare quello che non ci piace. Un movimento a volte deciso e forte ma altre volte giocoso e affettuoso.

Giocoso in che senso?

Pensiamo a un bambino piccolo quando vuole misurarsi con la propria forza in giochi di lotta, sia con i pari ma in modo particolare con gli adulti; possiamo notare come i ragazzi adorano essere "schiacciati" su un materasso o sul divano, essere sbatacchiati, si divertono a fare il solletico, essere tirati... e tutto questo non ha niente a che fare con la cattiveria e la distruttività. Nel senso comune invece spesso tendiamo ad assimilare l'aggressività all'Aggressione. Questo abbinamento, aggressività = violenza come qualità negativa, non ci aiuta a capire l'aggressività nella sua completezza e nei suoi funzionamenti sani.

Quando accade che l'aggressività può alterarsi?

Possiamo dire che nel momento in cui al bambino non viene permesso di esprimere apertamente la sua forza, perchè si scontra continuamente con attacchi e critiche, comincia a vivere nella sfiducia e facilmente perde la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi muovendosi con tenerezza, sensibilità e affettuosità nei confronti del mondo. Perdendo la capacità di vivere serenamente la sua aggressività "affettuosa", di esprimere la sua forza in modo pieno e aperto, accumulerà sempre di più rabbia e rancore che sfocerà all'esterno con episodi di violenza. In questo caso l'aggressività originaria si altera e diventa aggressione.

Perché la donne si sentono meno in diritto di esprimere la loro aggressività?

Sullo sviluppo dell'aggressività si crea una scissione fra caratteristiche maschili e femminili. Alle bambine e alle ragazze vengono date regole di comportamento che limitano le capacità di sentire ed esprimere pienamente la loro forza, devono essere educate, stare al loro posto, con il risultato che viene meno la capacità di proporsi al mondo esterno, di lanciarsi in progetti importanti e viene meno l'autostima. Con i bambini e i ragazzi nell'educazione familiare si è tolleranti e compiaciuti verso i modi forti e bruschi, i movimenti intensi, la lotta, i giochi violenti. Se le bambine vengono spinte alla fragilità e la passività, ai maschietti tutto questo viene inibito e negato, con il risultato che qualsiasi movimento è privo di tenerezza.

Perché sempre di più nella nostra società osserviamo che la trasgressione associata alla violenza non è più solo adolescenziale ma è diventata una norma in età precoce ?

Sicuramente possiamo dire che la famiglia oggi riesce a fare poco da filtro rispetto a messaggi negativi che vengono da fuori, i bambini sono spesso soli davanti a modelli di successo, di potere, che trasmettano la sensazione di non essere mai all'altezza, alimentano la rabbia che si trasforma nell'essere disposti a tutto per avere quello che si vuole. Tenerezza, calma, sentirsi appoggiati e guidati sono sempre meno presenti nella dimensione emotiva. La violenza trasmessa dai mass media è completamente irreale staccata da sofferenza e dal dolore tanto da poter diventare un esempio facile da emulare.

La presenza di figure

Sicuramente l'aggressività ha molti punti in contatto con la forza, ma non c'è solo questa, in essa possiamo ritrovare una chiara consapevolezza di cosa si vuole raggiungere, un'immaginazione e un progetto se pur limitato su come arrivare all'obiettivo, da un'emozione di determinazione, da un valore positivo assegnato al proprio muoversi.

Intendere l'aggressività come mera istintualità pone tutti noi nella condizione di volerla tenere sotto controllo, se noi partiamo da una concezione positiva della vita, cioè pensiamo allo sviluppo dell'individuo come ad un continuum di un processo espansivo e positivo di sé, possiamo pensare all'aggressività come a una delle nostre capacità importante per espandersi. L'aggressività deve essere vista come un motore indispensabile per attivare tutte le funzioni del Sé, per soddisfare i Bisogni di Base umani. Forza e aggressività originaria non sono inquinate da violenza e distruttività, lo diventano nel momento in cui nello sviluppo vengono a mancare le condizioni per un accoglimento pieno dei bisogni di base. Paliamo di bisogni , non di desideri

Un bambino che ha subito esageratamente lo scontro con il mondo degli adulti, che non ha avuto una vera guida ma si è trovato davanti ad attacchi e le critiche continue, vivrà nella sfiducia e facilmente perderà la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi muovendosi con tenerezza, sensibilità e affettuosità nei confronti del mondo.

Gli scenari che si aprono sono due, opposti tra loro: chi soccombe diventa passivo, timido e riservato con un senso di autosvalutazione e un rancore soffocato all'interno. Chi reagisce con rabbia mischierà questa emozioni a qualsiasi movimento espansivo diventando distruttivo e violento

Le condizioni sociali

A livello sociale l'autorevolezza e il controllo degli adulti si riduce sempre di più. La famiglia inoltre riesce a fare poco da filtro rispetto a messaggi negativi che vengono da fuori, i bambini sono spesso soli davanti a modelli di successo, di potere, che trasmettano la sensazione di non essere mai all'altezza , alimentano la rabbia che si trasforma nell'essere disposti a tutto per avere quello che si vuole. La trasgressione non è più solo adolescenziale ma è norma in età precoce. Tenerezza, calma, sentirsi appoggiati e guidati sono sempre meno presenti nella dimensione emotiva. Le modalità di relazione sociale sono improntate alla fretta, all'impazienza con una ridotta capacità di capire l'altro e i suoi sentimenti. Si è sottoposti e si ricercano una moltitudine di stimoli con una diminuzione della capacità di ascoltarsi e sentire L'ambiente sociale è spesso poco presente educativamente e sempre meno contenitivo , pur se ridondante di oggetti e benessere (Si soddisfano i desideri e non i bisogni) C'è una svalutazione del ruolo educativo della scuola. C'è un innalzamento della doglia di tolleranza alle prepotenze a cui contribuisce la pubblicità e alcuni programmi televisivi. La violenza trasmessa dai mass media è completamente irreale staccata da sofferenza e dal dolore che potrebbe provocare e comunque un esempio facile da emulare

COSA FARE?

Non rafforzare i ruoli.

Soddisfare i bisogni e non i desideri.

Stravolgere gli stereotipi sociali sulle differenze di genere.

Intervenire sul gruppo adolescenti.

Educazione e gestione dei conflitti in modo morbido: aggressività affettuosa