La biopsia liquida, basata sulla ricerca di tracce del tumore nel sangue del paziente, potrebbe diventare uno strumento efficace per il monitoraggio precoce del cancro al polmone, e sta guadagnando sempre più l’attenzione dei ricercatori. Lo sostiene uno studio condotto al German Cancer Research Center (DKFZ) in collaborazione con il National Center for Tumor Diseases (NCT) e la Thoraxklinik di Heidelberg in Germania.

COS’È LA BIOPSIA LIQUIDA

La metodica sfrutta un fenomeno naturale: quando le cellule muoiono, rilasciano nel flusso sanguigno il loro DNA (il cosiddetto DNA libero circolante, cfDNA). Questo succede anche per le cellule tumorali, di cui ora tuttavia conosciamo molte mutazioni genetiche. L’analisi della presenza di queste mutazioni nel cfDNA può quindi fornire informazioni rilevanti sulla presenza della patologia tumorale e tenere traccia delle risposte alle terapie in tempo reale per verificarne, ad esempio, l’efficacia. E per l’analisi è sufficiente un semplice campione del sangue ottenuto con un prelievo.

LO STUDIO NEL DETTAGLIO

Nello studio, i ricercatori hanno studiato 16 pazienti affetti da cancro del polmone, che presentavano mutazioni di rilievo a carico del recettore dell’EGF (fattore di crescita dell’epidermide, Epidermal Growth Factor) e sottoposti ad un trattamento con inibitori della proteina tirosin chinasi (TKI). Per due anni, i ricercatori hanno raccolto campioni del loro plasma e ne hanno estratto e sequenziato il DNA, monitorando nel corso del tempo le variazioni delle mutazioni alla ricerca di eventuali associazioni con i parametri clinici dei pazienti.

I RISULTATI

Dall’analisi dei dati è emersa una variazione delle mutazioni nel cfDNA con il progredire della malattia. I dati mostrano un picco di breve durata che si verifica in concomitanza con l’inizio del trattamento e imputabile alla morte delle cellule tumorali provocata dal farmaco, ma rientrato poco dopo.

Nel periodo successivo, i ricercatori hanno osservato fluttuazioni minime o assenti nelle mutazioni nel DNA circolante nei pazienti stabili o in cui la crescita tumorale era minima. La comparsa di nuovi rapidi aumenti delle mutazioni di cfDNA erano seguiti da una rapida progressione tumorale e decesso del paziente.

In altre parole, la valutazione seriale delle mutazioni EGFR nel plasma del paziente permetterebbe – secondo gli autori – di trarre delle conclusioni sul controllo della malattia e la progressione del tumore e di farlo prima rispetto ai metodi attualmente disponibili.

POTRÀ MONITORARE L’EFFICACIA DELLE CURE

Questi risultati evidenziano la sensibilità della biopsia liquida nella rilevazione e nel riflettere i cambiamenti del tumore in tempo reale. I dati molecolari forniti da questo metodo potrebbero anche contribuire ad informare i medici a prendere decisioni precedenti sulle strategie terapeutiche. Tuttavia, a causa della natura preliminare dello studio, gli autori aggiungono che ulteriori indagini saranno necessarie per stabilire che cosa la biopsia liquida ci può veramente dire.

http://www.nature.com/articles/srep33505


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