La puntura di una zecca non è affatto un evento raro, anzi costituisce sempre di più un pericolo per tutti coloro che, soprattutto in estate, vivono molto all’aria aperta. I motivi della loro sempre maggiore presenza sono essenzialmente due ovvero il cambiamento climatico e l’incremento della fauna selvatica.

Può sembrare strano che si parli di un incremento degli animali selvatici, ma il fenomeno è reale e consistente ed è determinato, dal concentrarsi delle attività agricole solo in alcuni comparti territoriali da un lato e la scomparsa pressoché totale della pastorizia dall’altro; questi due fattori hanno determinato la quasi estinzione di alcune specie e la moltiplicazione incontrollata di altre, come per esempio i cinghiali e le volpi.

Si conoscono circa 900 specie di zecche

Le zecche sono artropodi appartenenti alla famiglia degli aracnidi (la stessa dei ragni) sono ectoparassiti, devono cioè vivere sulla cute degli animali e sono ematofagi obbligati: questo significa che per completare il proprio sviluppo e il ciclo riproduttivo devono nutrirsi di sangue che succhiano dalla cute del loro ospite. Si conoscono circa 900 speci di zecche, in Italia ne sono state individuate una quarantina e le più pericolose per la salute dell’uomo sono le zecche dei boschi e quelle del cane.

Zecca del bosco e del cane

La zecca dei boschi è scura e molto piccola, quindi difficile da vedere: la sua puntura può determinare l’insorgenza della malattia di Lyme, veicolata da germi che vengono trasmessi all’uomo proprio attraverso le punture di zecche (quelle del bosco, ma forse anche quelle del cane).

Dopo la puntura di una zecca, in pratica può succedere che si formi una macchia rossa sulla cute che si espande lentamente. Se non si inizia tempestivamente il trattamento antibiotico, a distanza di qualche mese possono comparire disturbi neurologici caratterizzati da artralgie e mialgie (dolore cioè ad articolazioni e muscoli), ma anche disturbi alla conduzione cardiaca.

L’infezione non riconosciuta o non curata può determinare alterazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico del sistema nervoso centrale e periferico con meningite e polineuropatie sensitivo–motorie, disturbi del sonno e comportamentali, della cute e dell’apparato cardiovascolare.

Encefalite da zecca

Nei boschi di Austria, Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi, regione balcanica, ma anche del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino Alto Adige, la puntura della zecca dei boschi può essere anche veicolo di un’altra malattia, l’encefalite da zecca (TBE). Le zecche, in questi luoghi, possono essere portatori di un particolare virus, che in caso di puntura può essere trasmesso anche all’uomo. In un terzo dei casi di puntura da parte di zecche infette nell’uomo la malattia risulta asintomatica. Nella restante parte dei casi, invece, la presenza del virus determina dapprima la comparsa di un episodio febbrile e affaticamento, mal di testa, nausea per circa una settimana, segue un periodo apparentemente asintomatico cui segue però un nuovo rialzo febbrile e segni che possono comprendere meningite, paralisi e forte dolore delle radici nervose.

Come intervenire dopo essere stati punti

«Il vaccino contro la Tbe è costituito dal virus inattivato che non causa la malattia, ma è in grado di innescare la risposta immunitaria e quindi la produzione di anticorpi. Va somministrato in tre dosi attraverso iniezioni intramuscolo- precisa il dottor Alberto Tomasi, Direttore Area Funzionale Igiene Pubblica dell’Azienda Toscana Nord Ovest e Presidente SIMVIM (Società italiana Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni).

Dopo una prima dose si effettua la seconda dopo uno-tre mesi, mentre la terza dose si somministra dopo cinque mesi-un anno. È necessario un primo richiamo dopo tre anni dal completamento del ciclo primario e, a seguire, ogni cinque anni. In caso di necessità, o se ci si deve recare nelle zone a rischio, può essere fatto un ciclo di immunizzazione rapida con le prime due somministrazioni a distanza di due settimane l’una dall’altra.

La vaccinazione è sicura ed efficace e gli effetti collaterali sono di lieve entità. In Friuli-Venezia Giulia il vaccino è offerto gratuitamente alla popolazione residente, mentre in altre regioni italiane è prevista la compartecipazione alla spesa con il pagamento di un ticket. Per informazioni è possibile rivolgersi alla propria Asl di zona o al medico curante».

Precauzioni generali: come staccarle dalla cute e come vestirsi per evitarle

Più in generale per evitare le spiacevoli conseguenze del morso di zecca è bene ricordare che quando si è passato molto tempo fuori nei boschi o nelle zone a rischio è bene lavare accuratamente i propri abiti e controllare e farsi controllare tutte le zone del corpo, per assicurarsi di non avere zecche adese alla cute.

E’ bene ricordare che le probabilità di infezione si riducono in base al tempo che le zecche hanno aderito alla cute (l’ideale è che non restino attaccate per più di 36-48 ore).

Andrebbero rimosse con una pinza, tirando senza schiacciarle: se il rostro, ovvero la parte anatomica della zecca deputata a succhiare il sangue, resta infilata nella cute va estratta con un ago sterile. Le zecche estratte non vanno gettate, ma bruciate. Per evitare il loro morso, infine, è bene vestirsi adeguatamente, meglio se con abiti chiari che permettono quindi di rivelarle più facilmente, avendo cura di mettere i calzettoni sopra i pantaloni, per evitare che si infilino dentro il corpo e coprendo le aree esposte.

Per quanto riguarda i repellenti, infine, quelli per le zanzare non sempre sono efficaci per le zecche: quelli a base di N,N-dietil-n-toluamide o Picaridina possono tuttavia avere una certa utilità.


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