Sono molti i trattamenti innovativi già disponibili e altri che presto lo saranno per le malattie respiratorie, dalla Bpco, al tumore al polmone, tutte patologie in costante aumento non solo per l’invecchiamento della popolazione e gli avanzamenti nelle capacità diagnostiche, ma anche a causa di fattori quali il fumo e l’inquinamento atmosferico.

Gli pneumologi dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri AIPO sottolineano l’importanza di un approccio più globale al paziente, dalla diagnosi precoce fino alla riabilitazione respiratoria. L’appello arriva in occasione della presentazione del XX Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana – XLV AIPO «La globalizzazione e le nuove frontiere: il confronto e proposte della pneumologia italiana» che si terrà a Firenze dal 13 al 16 novembre.

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Le malattie dell’apparato respiratorio rappresentano la terza causa di morte, dopo le cardiovascolari e i tumori. Tra le più diffuse, c’è la Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) dovuta a stili di vita non corretti (come il fumo di tabacco: infatti ben nove pazienti su dieci sono fumatori o ex tabagisti), esposizione professionale a sostanze irritanti (polveri, agenti chimici, fumi e vapori), inquinamento atmosferico e domestico. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 la Bpco diventerà la terza causa di morte e quinta causa di invalidità a livello mondiale.

È una malattia progressiva che colpisce bronchi e polmoni e in cui l’intervento farmacologico punta a ridurre le acutizzazioni, cui in genere segue un peggioramento del paziente, e la progressione della malattia. «Attenzione a non confondere i sintomi della BPCO con normali disturbi dovuti all’età che avanza» spiega Michele Vitacca, Direttore Dipartimento Pneumologia Riabilitativa della Maugeri di Pavia e Responsabile UO di Pneumologia Riabilitativa Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS Lumezzane.

«In occasione della giornata mondiale della BPCO, il 20 novembre, partirà una campagna di sensibilizzazione, rivolta al cittadino, chiamata «ABCDEF del Buon Respiro» per spiegare bene tutti i diritti ma anche i doveri di questi malati».

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Già, perché assumere le terapie nei modi e nei tempi prescritti non basta. Le malattie che portano a una scarsa funzionalità polmonare beneficiano di un programma di attività fisica controllata e adeguata al singolo paziente, la riabilitazione polmonare. «Il paziente deve essere seguito da un team di specialisti e guidato da un terapista che valuta gli effetti delle sessioni di allenamento e le aggiusta di volta in volta – spiega Vitacca – L’attività fisica allenante apporta benefici specifici alla respirazione ma anche a livello sistemico, rafforzando muscoli, ossa e tutti gli apparati dell’organismo che sono compromessi da una malattia cronica». Si evita così anche l’instaurarsi di un circolo vizioso in cui difficoltà respiratorie portino all’immobilità e quindi a maggiori difficoltà. Il paziente, però, dovrebbe farne un’abitudine e continuare a muoversi anche a riabilitazione finita.

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Così ha fatto Achille Abbondanza, Vicepresidente della Federazione Italiana IPF e Malattie Rare del Polmone che convive da tre anni con fibrosi polmonare idiopatica (IPF), malattia dei polmoni caratterizzata da una progressiva perdita della funzione respiratoria, che conduce alla morte in media dai 3 ai 5 anni dopo la diagnosi. Si calcola che in Italia circa 5.000 nuovi casi di malattia siano diagnosticati ogni anno. Anche per questo, è molto difficile incontrare altre persone che hanno la stessa tua malattia, spiega Achille Abbondanza: «Al momento della diagnosi avevo 44 anni, due figli, una vita. Ho iniziato ad andare in bicicletta, zainetto con l’ossigeno in spalla – dice - pedalo per vivere, si pedala insieme, io ti aiuto se fori, tu mi tiri fino all’arrivo».

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Da quando ha iniziato (quest’anno ha già percorso in sella 3500km su e giù per l’Italia per incontrare e «unire» idealmente le varie associazioni di malati), altri pazienti gli hanno scritto dicendo di avere iniziato a muoversi grazie al suo esempio. «Pedalo per fare sensibilizzazione su questa malattia, per dare il buon esempio, perché anche solo una diagnosi precoce significa molto».

È sua l’idea di organizzare a Firenze, il giorno prima del congresso, il 12 novembre, una pedalata insieme a tutte le associazioni di pazienti. «Pedaliamo insieme a pieni polmoni» partirà dalla Fortezza Da Basso sede del congresso e si svilupperà all’interno del Parco delle Cascine, in tre anelli da 7km.