Un solo bicchiere di vino o di birra, se bevuto con cadenza quotidiana, può mandare il cuore in «tilt». Più di quanto non possa fare l’«abbuffata» alcolica, traduzione italiana del binge drinking: un comportamento appartenente perlopiù ai giovanissimi. Il crescente consumo di alcolici - l’Europa è il continente che svuota il maggior numero di bottiglie - può determinare un aumento della frequenza cardiaca. Da qui il rischio maggiore di sviluppare la fibrillazione atriale, la più comune fra le aritmie cardiache. Si tratta di un fattore di rischio per l’l'insorgenza di eventi acuti cardio e cerebrovascolari: quali l'infarto e l'ictus cerebrale.

Un bicchiere di vino per la salute del cuore? Non è vero

A smontare definitivamente il cosiddetto «paradosso francese» - secondo cui i consumi di vino rosso sarebbero alla base della ridotta mortalità per cause cardiovascolari registrata negli anni ’90 oltre le Alpi - è uno studio pubblicato sulla rivista «EP Europace. A condurlo un gruppo di ricercatori coreani, secondo cui la prevenzione della fibrillazione atriale (a soffrirne in Italia sono oltre un milione di over 65) a tavola non può che partire da un’indicazione: meno di frequente si consumano bevande alcoliche, migliori saranno le condizioni del cuore. Il loro lavoro ha fatto chiarezza su quelle che possono essere le differenze tra un’assunzione più frequente e moderata di birra, vino o superalcolici e il consumo occasionale, ma in quantità esagerate (fino a sei drink per sera).

All’indagine hanno preso parte quasi dieci milioni di persone, coinvolte nel 2009 attraverso un percorso di screening nazionale. La loro salute cardiaca, priva di punti deboli al momento dell’avvio dello studio, è stata monitorata fino al 2017. Potendo contare anche su informazioni relative al consumo di bevande alcoliche, si è visto che la frequenza del consumo di bevande alcoliche rappresenta il principale fattore di rischio per l’insorgenza della fibrillazione atriale. Tutto ciò indipendentemente dall’età e dal sesso delle persone. Meno chiaro invece il legame con la quantità, tant'è che non è emersa un'evidenza chiara rispetto al binge drinking.

Più alcol si beve, più batte forte il cuore

«Il consumo di bevande alcoliche rappresenta il primo fattore di rischio modificabile per evitare l’insorgenza della fibrillazione atriale - afferma Jong-Il Choi, cardiologo dell’Anam Hospital di Seoul e coordinatore dello studio -. L’indicazione che possiamo dare è la seguente: meglio ridurre sia la frequenza sia le quantità di consumo di alcol. Piccole dosi salutari per il cuore? Non ci sono dati sufficienti per dirlo. Questa affermazione potrebbe derivare dall’azione di alcuni fattori confondenti».

Che l’alcol accelerasse il battito cardiaco era emerso già poco più di un anno fa, in occasione del congresso europeo di aritmologia. A farlo presente erano stati alcuni ricercatori dell’ospedale di Monaco di Baviera, dopo aver valutato gli elettrocardiogramma di oltre tremila partecipanti all’Oktober Fest del 2015. Fotografando l’attività elettrica del cuore e ponendola in relazione alle concentrazioni di etanolo rilevate attraverso il respiro dei partecipanti allo studio, gli studiosi avevano concluso che l'aumento della concentrazione di alcol nell'espirato è associata all'innalzamento della frequenza cardiaca al di sopra di cento battiti al minuto.

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