Basta un titolo ammiccante ed è subito «clic». In questo modo si comporta la quasi totalità degli utenti online di fronte a una notizia che pare allettante, anche se di ambito medico. In pochi hanno i mezzi e il tempo per risalire alle fonti, per un controllo incrociato. Così, non di rado, capita di credere e mettere in circolo - attraverso le condivisioni - notizie false. Una mossa, quella di far circolare le «bufale», che rischia di costare caro quando ci va di mezzo la salute. E rispetto alla quale non siamo ancora riusciti ad adottare le giuste contromosse.

Le conseguenze delle fake-news in medicina

Questo è quanto si evince dai risultati preliminari di un progetto di ricerca del centro per gli studi economici internazionali dell’Università di Roma Tor Vergata, portato avanti in collaborazione con la Kingston University di Londra. L’indagine, realizzata dagli studiosi del centro per la valutazione economica e delle tecnologie sanitarie, ha coinvolto oltre 1.600 partecipanti, suddivisi in due gruppi. A tutti sono state mostrate delle notizie false relative al mondo della medicina, con una differenza sostanziale nell’approccio: l’indicazione o meno della mendacità dei contenuti. Il risultato, però, non è cambiato. I membri di entrambi le coorti hanno infatti condiviso le fake-news, senza particolari differenze. Quello che è emerso è che, di fronte a una platea di 100 persone, mediamente in 60 condividerebbero una notizia falsa. A compiere il gesto sarebbero anche i titubanti, coloro che in fondo non sono così convinti delle informazioni riportate. E più una notizia falsa circola, più acquisisce credibilità e consensi.

Fake-news: le più pericolose sui vaccini e gli screening oncologici

Segno, secondo i ricercatori, della mancanza di strumenti per discernere un contenuto informativo di qualità da un altro. «L’analisi ha ottenuto l’esito più preoccupante che potessimo auspicare - afferma Francesco Saverio Mennini, docente di politiche economiche e sanitarie a Tor Vergata e coordinatore della ricerca -. Appena diffusa, una fake news sta già sta producendo i suoi effetti negativi. La sua capacità di diventare virale non dipende dal grado di consapevolezza dei cittadini. Anche le persone informate, possono ritenere meritevoli di condivisione informazioni false».

Con una differenza, quando si parla di informazione medico-scientifica: che in ballo non c’è soltanto la credibilità, ma pure la salute delle persone. «L’impatto economico e sociale di una notizia falsa, soprattutto in sanità, lo si paga spesso in vite umane», aggiunge lo studioso, prima di catalogare le tematiche più esposte a questi rischi: l’informazione sui vaccini e gli screening oncologici. Come effetto si ha un aumento dei casi di malattie prevenibili e del rischio di confrontarsi con diagnosi tardive di malattie a elevata mortalità.

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