Ogni comunicazione racchiude in se un aspetto di contenuto ed uno di relazione; il primo si esprime con le parole, il secondo si esprime attraverso il linguaggio non verbale o il linguaggio del corpo, mediante il qual vengono fornite informazioni alle informazioni.(1)
Questa premessa, applicata ad un contesto quale il triage di Pronto soccorso di una grande azienda sanitaria, oggetto di pubblicazione presso l’Italian Journal of Emergency Medicine, può essere applicata ad altri ambiti sanitari?

E’ quello che cercheremo di capire o quantomeno evidenziare tutti gli elementi che da una parte rispondano alle esigenze degli utenti, dall’altra non facciano scadere la professionalità del professionista sanitario. Le insidie legate alla forma comunicativa sono molteplici, la complessità legata alle varie situazioni sanitarie in cui l’utente viene a trovarsi va a sommarsi ad un aspetto socio-culturale dell’individuo.
Le difficoltà da quelle macroscopiche legate alla non conoscenza della lingua o dovute a disabilità a quelle microscopiche in cui non vi è la comprensione dell’informazione ovvero la decodifica, sino ad arrivare al non saper comunicare in modo corretto ma sostenere che il problema sia legato alla non decodifica da parte del destinatario.

Gli ambiti possono essere molteplici, come pure le modalità comunicative; da quelle verbali, con i diversi livelli applicabili, a quelli non verbali. Oltre all’aspetto più semplicistico dello scambio di informazioni che definiremo primarie, sono diversi modalità comunicative in cui oltre alle informazioni vi sono messaggi insiti nelle risposte stesse, con l’intento di trasmettere rassicurazione, fiducia, ottimismo per meglio poter instaurare e rafforzare quello che viene chiamato rapporto professionista/utente.

Queste riflessioni non vogliono suggerire regole o comportamenti da tenere ma puntano a sottolineare come qualunque tipo di comunicazione espressa durante il lavoro da parte di un professionista della sanità possa condizionare in meglio o in peggio non solo l’immagine del professionista stesso ma il benessere dell’utente.

Non dobbiamo mai dimenticare che a qualsiasi problema si vada incontro, il tema della comprensione, dei suoi aspetti emotivi e psicologici più importanti della sua natura e delle sue origini ci aiuterà senza dubbio ad avvicinarci alla soluzione. Ma in tutti questi ambiti molto importante è la nostra intuizione, non quella di qualche altra persona, neppure di chi per mestiere dispensa consigli.
Freud stesso dovette rendersi conto che era un errore credere che bastassero le intuizioni dello psichiatra a indurre progressi nel paziente, giacché persino quando esse erano assolutamente giuste, il paziente non ne traeva beneficio. Solo quando il soggetto arriva a capire i processi in atto dentro di se, ne ha davvero un beneficio.(2)

Bibliografia

1) http://www.itjem.org/75-itjem/pre-inserimento/area-nursing/335-la-comunicazione-in-triage-importanza-ed-efficacia-terapeutica-l-esperienza-degli-infermieri-del-pronto-soccorso-dell-azienda-ospedaliera-universitaria-integrata-di-verona

2)Bettelheim B. 1987 "Un genitore quasi perfetto" edizione 23 Editore Feltrinelli, 2013