Molti nutrizionisti nel corso degli ultimi anni si sono adoperati per divulgare una corretta regola alimentare che vuole il consumo di frutta lontano dai pasti, in questo breve articolo cercheremo di spiegarne la fondatezza ma anche di evidenziare alcuni aspetti poco conosciuti.
La frutta inibisce la secrezione gastrica e, se è acida, inattiva gli enzimi che digeriscono le proteine; quindi essa prolunga la digestione e produce una sgradevole fermentazione degli amidi come pane e pasta. Per questi motivi la frutta deve essere consumata lontana dai pasti, da sola; in questo modo è altamente digeribile, non apporta troppe calorie e favorisce il transito intestinale svuotando l'intestino dai residui dei pasti precedenti.
I nutrizionisti di fatti consigliano solitamente di consumare la frutta a colazione o merenda, tuttavia esistono alcune eccezioni dovute alla composizione della frutta stessa che modificano oltre che la digestione l'assimilazione di alcuni elementi.
Interessante ad esempio è l'effetto che hanno gli agrumi consumati a fine pasto di carne o pesce che favorirebbero l'assimilazione del ferro. Altra considerazione viene fatta sulle mele, questa frutta ha come caratteristica la proprietà di non fermentare e per questo può essere consumata a fine pasto, favorendo la digestione.
Ultima peculiarità viene indicata per l'ananas cibo indicato popolarmente come "brucia grassi" in realtà in questo frutto vi è un alto contenuto di bromelina il quale agevola il metabolismo dei cibi molto proteici.