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In Italia un bambino su 4 ha riportato almeno una scottatura solare nel corso della propria vita e in un caso su 10 si tratta di una scottatura recente. Nonostante ci sia maggior consapevolezza sui danni del sole, con l’85% dei bambini che utilizza creme solari ad alto fattore di protezione, esiste ancora una fascia della popolazione – tra il 15 e il 20% – refrattaria a proteggersi con creme, magliette o cappellini.

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Sono stati diffusi ieri a Roma, nel corso di una conferenza stampa al MIUR, i risultati della più grande campagna di prevenzione primaria contro il melanoma, Il Sole per amico, che ha coinvolto 300 scuole di 11 Regioni, circa 50.000 alunni e oltre 4.000 docenti. IMI - Intergruppo Melanoma Italiano, con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, il patrocinio del Ministero della Salute e dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), resa possibile grazie a un’erogazione di Merck & Co., per il tramite della sua consociata italiana MSD. Obiettivo: insegnare le regole della fotoprotezione con attività didattiche svolte anche attraverso materiali cartacei e digitali della campagna. Queste indicazioni sono state poi rielaborate dai bambini con gli insegnanti sotto forma di testi, disegni e canzoni, premiati ieri a Roma.

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IL MELANOMA

Il melanoma è il più aggressivo e temuto tumore della pelle, con un’incidenza più che raddoppiata negli ultimi 30 anni: in Italia sono oltre 100.000 le persone colpite e circa 13.000 i nuovi casi ogni anno. L’esposizione ai raggi UV del sole e delle fonti artificiali è il principale fattore di rischio. Inoltre, il melanoma è sempre più frequente anche tra i giovani adulti di 20-30 anni di età e ormai rappresenta il secondo tumore per incidenza nella popolazione maschile e il terzo in quella femminile al di sotto dei 50 anni.

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PUNTARE ALLE BUONE ABITUDINI

«È necessario mettere in atto cambiamento stile di vita e a comportamenti per ridurre danno sulla cute dei raggi ultravioletti perché l’incidenza del melanoma è in aumento continuo anche tra le fasce più giovani, con un crescente impatto sulla società» ha spiegato Giuseppe Palmieri, Presidente IMI - Intergruppo Melanoma Italiano e Responsabile Unità di Genetica dei Tumori, Istituto di Chimica Biomolecolare, ICB-CNR Sassari. Agire direttamente sui bambini è una scelta vincente perché «i bambini recepiscono i messaggi e li trasmettono alle famiglie e, in questo modo, evitiamo il danno nelle decadi successive».

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Dopotutto, ha commentato l’ideatrice della campagna Paola Queirolo, dell’UOC Oncologia Medica all’IRCCS-AOU San Martino-IST di Genova, «le abitudini delle famiglie sono facilmente modificabili». Inoltre, «è emerso un enorme entusiasmo negli specialisti che hanno molto apprezzato l’esperienza nelle scuole». Infatti, sono stati un centinaio tra dermatologi, oncologi e chirurghi che, coordinati dal Gruppo Italiano Polidisciplinare sul Melanoma, hanno gestito la formazione di docenti e di bambini, ha raccontato Marco Simonacci, Coordinatore Nazionale GIPMe.

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ITALIANI BRAVI CON IL SOLE

Su 12mila ragazzi è stato inoltre condotto uno studio epidemiologico da IMI e GISED sulla consapevolezza del melanoma e della corretta esposizione al sole nella popolazione, dal quale emerge che il 25,5% dei bambini ha riportato almeno una scottatura solare nel corso della vita, con una maggiore incidenza tra gli alunni del Sud e le isole (28,2%) e il 9,4% dei bambini almeno una scottatura nei dodici mesi prima della rilevazione.

«Interventi come “Il sole per amico” devono essere continuativi e utilizzare tutti gli strumenti possibili» ha commentato Luigi Naldi, Presidente Centro Studi GISED, Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia, e Dermatologo presso l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo. Il GISED ha raccolto i dati sull’impatto dell’intervento educativo e confrontandoli con simile intervento condotto negli anni duemila. Ne è emerso un miglioramento generale della consapevolezza e delle abitudini degli italiani riguardo alla protezione solare. «L’80% delle famiglie italiane segue adeguate regole di comportamento (applica schermi solari, rimane all’ombra, indossa magliette) – ha spiegato Naldi - Il 20% mantiene ancora un atteggiamento lasso e meno attento, in genere sono gli stati meno privilegiati della popolazione, con basso libello educativo e socio-economico, e famiglie in cui genitori prediligono l’abbronzatura anche attraverso l’impiego dei lettini abbronzanti».

RIVOLGERSI AI BAMBINI

«Studi epidemiologici mostrano che gli interventi di prevenzione nelle scuole primarie sono efficaci perché i bambini portano con sé le buone regole della protezione» ha concluso Ignazio Stanganelli, Referente per la Dermatologia di IMI e Presidente eletto IMI, Professore Associato all’Università degli Studi di Parma e Responsabile del Centro di Oncologia Dermatologica IRST Romagna. «Le ustioni solari in età pediatrica aumentano il numero dei nevi e sono correlate con un aumentato rischio di sviluppare melanoma in età adulta. Pertanto è importante che bambini e adolescenti imparino a gestire la pelle durante l’esposizione».

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