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Gli sforzi per seguire una dieta sana, povera di grassi saturi, possono venire in parte vanificati dallo stress, in grado di privare l’organismo dei benefici di una buona alimentazione agendo sull’elaborazione dei lipidi. Ad averlo suggerito per la prima volta è uno studio condotto The Ohio State University.

I soggetti reclutati per lo studio, 58 donne di cui 38 sopravvissute di cancro al seno e di età media di 53 anni, sono stati suddivisi in due gruppi e invitati a consumare due colazioni diverse: una sana e leggera ed un’altra con biscotti, uova, salsa e salsicce, ad alto contenuto di grassi saturi.

È noto che sia la dieta che lo stress possono influire sull’infiammazione dell’organismo e ciò è molto importante perché l’infiammazione cronica è nociva all’organismo e all’origine di numerose patologie. Così i ricercatori hanno analizzato quindi i livelli ematici di alcuni marcatori dell’infiammazione, tra cui la proteina C-reattiva e il siero amiloide A, delle donne prima dei pasti e hanno considerato anche altri fattori che potevano alterare il risultato, come la differenza di età, il grasso addominale e l’attività fisica.

Le analisi del sangue dei due gruppi ha confermato che le donne che avevano mangiato dei grassi «buoni» avevano dei valori migliori. Ma ciò non era più vero quando le donne, il giorno prima dello studio, avevano vissuto un evento stressante e avevano riportato alti punteggi ad un questionario somministrato loro di valutazione dei fattori stressanti. In questo caso, le donne avevano un livello di infiammazione maggiore rispetto alle donne che avevano consumato un pasto ricco di grassi «cattivi» ma non erano stressate.

Per gli autori dello studio, apparso sulla rivista Molecular Psychiatry, questi risultati sul legame tra benessere mentale e fisico non significano che nei giorni di stress sia concesso mangiare qualunque cosa, ma suggeriscono invece di prestare attenzione allo stress e di adottare sempre una dieta sana.

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